Page 8 - RIVISTA NOVEMBRE 2024
P. 8
francesca patitucci
LE DONNE AFGHANE SENZA VOCE
OGGI PIÙ CHE MAI
È di appena un mese fa la notizia che i talebani hanno vietato alle donne afghane di cantare
e parlare in pubblico.
Continua ad essere indesiderata la loro presenza, perché una possibile minaccia, in quanto
essere pensante, attraente, intelligente, intellettualmente viva e attiva.
La libertà di pensiero delle donne, la loro cultura, il loro innato potenziale di emergere in tanti
ambiti hanno fatto sempre paura ai talebani e ai detentori del potere assoluto ma, addirittura,
zittirle nella loro vita quotidiana, oscurando la loro essenza sempre più, persino nelle loro
azioni più semplici, è un atto spregevole e inaudito da parte degli integralisti, uomini che non
son degni di esseri chiamati tali.
Appena si calmano un po’ le acque e ci si abitua ai loro soprusi essi incalzano con la “Legge
per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio”. Questo apprendo dai giornali e i
media.
Non è una novità il loro disprezzo nei confronti dell’essere femminile, il fastidio subito, in
ogni campo esse possano farsi strada, sia esso un semplice negozio, un parco o un luogo
d’interesse culturale, dove costantemente vengono costrette ad apparire coperte, con occhi
bassi, come fossero ree di chissà quale crimine solo per essere nate femmine.
Ma addirittura non poterle far salire su un auto o un mezzo di trasporto se non con un tutore
maschio, neanche a dirlo il solo ad essere una fonte di virtù e saggezza, è davvero fuori da
ogni logica umana e perdono.
Il corpo della donna è una diabolica tentazione, nonché la loro voce e dunque perché
non sopprimerle completamente sotto metri di tessuto e velo, serrare le loro labbra, senza
possibilità di proferire alcun suono, proprio come esseri invisibili al mondo?!
E il tutto scritto e legiferato dalla follia più pura.
Sottomissione, paura, fedeltà, doveri, e niente altro dovranno essere i loro comandamenti.
Ovviamente un’educazione tramandata rigorosamente da madre in figlia e, a tale condizione
e fede, anche il figlio maschio si adeguerà, come un fatto naturale, una madre sorda e muta,
schiava dell’uomo e del suo arbitrio, pensando che sia giusto così.
E se lei si azzarderà mai minimamente a venir meno a date leggi, le conseguenze saranno
tremende.
E questo lo sappiamo bene.
Qualche giorno fa una giovane studentessa iraniana, Ahoo Daryaei, nel cortile dell’Ateneo
di Teheran si è spogliata dei suoi vestiti per protestare contro il velo obbligatorio, contro
i dettami del mondo musulmano, che utilizza, da tempo immemore, il vessillo della sua
religione per sacrificare la libertà dell’essere umano, le donne nella fattispecie.
La studentessa è stata, ovviamente, malmenata, trascinata via e rinchiusa in un ospedale
psichiatrico su ordine dell’Intelligence dei Guardiani della Rivoluzione!
Il coraggio di questa giovane donna rimarrà nella storia, come tante altre, in quanto
consapevole delle gravi e disumane conseguenze che avrebbe dovuto subire, dopo questo
gesto di protesta.
L’aspetto più avvilente è che difficilmente sarà salvata dai carnefici, nonostante tutte le parole
spese di solidarietà inutile, i tavoli di discussione politica e le manifestazioni in merito,
mediante i quali, tante coscienze, in tal modo, si mettono a tacere, perché così è scritto! E
nulla si muove in direzione cambiamento.
La violenza di genere interessa tutto il mondo, in Italia non c’è ovviamente il rigore delle leggi
islamiche ma sta di fatto che da gennaio ad aprile del 2024 gli omicidi volontari sono 88.
Una donna martoriata, vessata, oggetto di desiderio e di vergogna che può indurre in
tentazione, come una sirena di Ulisse, quindi un cane rabbioso da tenere al guinzaglio,
spogliarla del suo pensiero, dei suoi sogni e del suo essere dignitosamente donna senza
8 periodico mensile del gruppo NOIQUI