Page 32 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2023
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ni. E continua la Rosselli chiedendosi,

               “Rocco vestito di perla

                 come il grigiore dei colli vicino al tuo paese
                 mostrami la via che conduce

                 non so dove”

               e dove l'avrebbe condotta quella via, ci è ben noto.
               Secondo una testimonianza del poeta Giovanni Giudici, presente ad una pizza mangiata con la

               Rosselli e Scotellaro, se quest'ultimo non fosse morto così prematuramente, ben altro sarebbe

               stato il destino della grande poetessa.
               A ben guardare “l'uomo del sud” e la “poetessa apolide”, definizione non amata dalla Rosselli,

               avevano in comune più di quanto si potesse immaginare, e la scomparsa improvvisa di Scotella-

               ro a soli trent'anni, in quel di Portici, il 15 dicembre 1953, rappresenta per lei l'ennesimo colpo
               infertogli dal destino, un colpo che riapre quella ferita mai sanata, della perdita del padre e dello

               zio prima, e della madre dopo.
               In Rocco, Amelia credeva di aver ritrovato quella figura paterna che così presto le era stata sot-

               tratta, ma a quanto pare, la fugacità dei rapporti affettivi, doveva restare per lei il tratto domi-

               nante e doloroso.
               Così come intenso, fugace e doloroso, è stato il percorso terreno di Rocco Scotellaro, che in vita

               non ha avuto la gioia di veder pubblicate le sue opere, tutte postume, grazie al suo “mentore”

               Carlo Levi, a cominciare dal volume “Si è fatto giorno” del 1954 e con il quale vince il premio
               “Viareggio”. E da questa raccolta, possiamo cogliere nella breve lirica in essa contenuta, “È cal-

               da così la malva”, l'universalità dell'uomo, del politico, e del poeta, che tiene insieme il passato, il

               presente, ed il futuro.



               “È calda così la malva”



                 È rimasto l'odore

                 della tua carne nel mio letto.

                 È calda così la malva
                 che teniamo ad essiccare

                 per i dolori dell'inverno.






                                                                                                                        Francesco D’angiò



















































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