Page 31 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2023
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ed apre una sezione intitolandola a Giacomo Matteotti.   Un certo pessimismo si affaccia nel pensiero e nell'opera del politico e del poeta, sempre inscin-

 Nell'ottobre del '46 viene eletto sindaco di Tricarico a soli ventitré anni, il più giovane sindaco   dibili, si affaccia un senso di smarrimento se si volge indietro agli albori di quella temerarietà e di

 d'Italia. Comincia a dare concretezza ai suoi ideali politici favorendo la costruzione dell'ospeda-  quegli entusiasmi originari, perché persa è “la schiavitù contadina dei cieli carichi, delle querce,
 le del paese con il sostegno e i consigli di Rocco Mazzarone, un medico epidemiologico che è al   della terra gialla e rapata. Non c'è più la luna, e la tavola nera della notte, e i monti si sono persi

 suo fianco. L'ospedale viene inaugurato il 7 agosto del 1947.   lungo la strada” (versi tratti dalla poesia Passaggio alla città).

 Siamo in piena ricostruzione post bellica con un fermento politico e culturale notevole, fer-  Cosa devono fare allora “i figli dei padri ridotti in catene, i deboli degli  5 anni lontani quando i borghi
 mento che accomuna Scotellaro a Carlo Levi (definito suo mentore) e a Manlio Rossi Doria. E   si dettero in fiamme dal Castello intristito, (cit. da Noi che facciamo?), devono arrendersi e perdere per

 proprio ripensando all'opera di Carlo Levi, traendo spunto da una sua citazione, possiamo ritro-  sempre ogni speranza?

 vare il senso poetico nel rapporto che Rocco Scotellaro ha con sua madre, Francesca Armento,   Forse Scotellaro non si farà più “un bicchiere di vino contento”, ma “l'antica ira dei giusti” tale
 punto di collegamento con il mondo popolare ed arcaico. Un legame che va oltre il naturale   resterà, pur in presenza di un oblio che spesso avvolge chi tanto ha dato per la sua Terra, e chi

 rapporto tra una madre ed un figlio, un parlarsi sempre vivo nella sua poesia, un parlarsi che   aveva allora “il collo duro, la faccia di terra e le braccia di legna secca colore di mattoni”, ha oggi ancora gli

 diviene letterario dall'inizio alla fine, in quelle ultime drammatiche ore di un'addolorata madre   stessi segni di una emarginazione perpetuata da un sistema che tende sempre più ad escludere
 che perde il suo amato figlio.   ed espellere dalla cosiddetta società dei consumi e del benessere, gli sfruttati, gli emarginati, “i

 E non possono dirsi estranee quelle ultime ore, all'epilogo del percorso di vita terrena del poeta,   poveri ed i cafoni” dei giorni nostri.
 perché quegli anni così intensi, segnati anche da laceranti lotte che lasciano sul campo feriti e   Perché “Oggi ancora e duemila anni porteremo gli stessi panni”. Gli stessi panni per chi è sempre solo

 morti, incidono nell'animo di Rocco Scotellaro il segno dell'amarezza, perché spesso accade che   nella tempesta.

 l'essere umano si accanisca sulla sua parte migliore.  Riporto ancora qualche altro verso esemplificativo dalla poesia Pozzanghera nera il 18 aprile,
 Arriva la “vendetta politica”, perché il consenso popolare che giunge con giusto merito, è tanto

 pericoloso per coloro che non si fanno scrupolo di calunniare l'innocente che mette in ombra la   Ma è finita, è finita, è finita

 parte peggiore della società, e la bramosia di potere che non ha ideali autentici su cui fondarsi,   quest'altra torrida festa
 si poggia sulla menzogna per mantenere le proprie posizioni.   siamo qui soli a gridarci la vita

 Così accade l'ingiusta accusa di concussione, accusa rivelatasi successivamente del tutto infon-  siamo noi soli nella tempesta.

 data, che l'8 marzo 1950 porta Scotellaro in carcere a Matera per quarantacinque giorni, giorni   E se ci affoga la morte
 durante i quali legge insieme con i detenuti, “Cristo si è fermato ad Eboli”, proprio di Carlo   nessuno sarà con noi,

 Levi.  Ed accade anche che la delusione possa portare la disillusione, rinunciando alla carica di   e col morbo e la cattiva sorte

 sindaco e all'impegno politico diretto.                                      nessuno sarà con noi.
 Amara riflessione sulla ostilità di chi, invece di sostenerlo nelle sue battaglie politiche a favore   I portoni ce li hanno sbarrati

 dei contadini e della buona amministrazione, con una partecipazione diretta di questi ultimi, lo   si sono spalancati i burroni.

 ha osteggiato fino ad incarcerarlo. E sono proprio quelle istituzioni che avrebbero dovuto di-  Oggi ancora e duemila anni
 fenderlo, che avrebbero dovuto difendere il suo operato a favore del popolo, a favore dei sempre   porteremo gli stessi panni.

 ultimi, le maggiori indiziate del suo tormento interiore.   Noi siamo rimasti la turba

 Non basta avere il consenso della maggioranza degli elettori per fare il bene comune, e bisogna   la turba dei pezzenti,
 prendere atto che le forze avverse al cambiamento e all'affermazione dei nuovi ideali, sono an-  quelli che strappano ai padroni

 cora troppo forti per un popolo paragonato a “piccoli acini non maturi in un grappolo di uva puttanel-  le maschere coi denti.

 la” (cit. da L'uva puttanella).
 Scotellaro si sente tradito dalla politica, da quella politica che non ha avuto alcun rispetto verso   Un altro importante incontro per la vita del poeta, fu quello avvenuto nel '50 a Venezia, durante

 il sangue versato dagli oppressi della sua Terra, e dagli oppressi dell'intero sud, oppressi che già   un convegno sulla “Resistenza e la cultura in Italia”, convegno che gli consente di conoscere

 ritroviamo in una delle sue prime poesie dal titolo emblematico, Lucania  Amelia Rosselli, altra grande esponente della poesia e della cultura del nostro novecento. Tra i
               due nasce una intensa relazione che durerà fino alla morte di Scotellaro.


 M'accompagna lo zirlio dei grilli  La Rosselli scrive alla morte del poeta, “CANTILENA – Poesie per Rocco Scotellaro”, dove si

 e il suono del campano al collo   evince il forte legame affettivo che si era instaurato  fra i due, fino al punto di identificarlo con
 d'un' inquieta capretta.

 Il vento mi fascia  “Un Cristo piccolino

 di sottilissimi nastri d'argento   a cui m'inchino
 e là, nell'ombra delle nubi sperduto,   non crocefisso ma dolcemente abbandonato

 giace in frantumi un paesetto lucano.   disincantato”,
               un affetto che la porta all'invettiva,

 Dunque potevano dirsi in frantumi anche i suoi ideali? Certo che no, sarebbe cambiato solo   “Rocco morto

 l'approccio, scegliendo d'impegnarsi sul fronte dello studio e della ricerca, accettando l'incarico     terra straniera, l'avete avvolto male

 ricevuto da Manlio Rossi Doria per lo studio sociologico e la ricerca sulle condizioni di vita delle     i vostri lenzuoli sono senza ricami
 popolazioni del sud, una ricerca per conto della casa editrice Einaudi, il tutto presso l'osserva-    Lo dovevate fare, il merletto della gentilezza!”

 torio agrario di Portici, vicino Napoli.  Una invettiva verso quella terra matrigna che lo ha maltrattato, facendolo morire a soli trent'an-



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