Page 14 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2023
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rendere nitida l’immagine prodotta.

                La prima camera oscura, quindi, fu realizzata molto tempo

                prima che si trovassero dei procedimenti per fissare con mezzi chimici l’immagine ottica da
                essa prodotta; le sue prime applicazioni per la fotografia si ebbero all’inizio

                dell’800 con il francese Joseph Nicèphore Nièpce, al quale viene abitualmente attribuita l’in-

                venzione della fotografia, anche se scoperte recenti suggeriscono che alcuni tentativi  ben
                precedenti, come quelli dell’inglese Thomas Wedgwood, potrebbero essere andati a buon fine.

                Niepce cominciò a studiare la sensibilità alla luce del cloruro d’argento e nel 1816 ottenne la

                sua prima fotografia (che ritraeva un angolo della sua stanza di lavoro) utilizzando un foglio di
                carta sensibilizzato, probabilmente, con cloruro d’argento.

                                                         La più antica immagine oggi esistente è una di quelle che Nièpce

                                                         ottenne  nel  1826,  utilizzando  una  camera  oscura  nella  quale
                                                         l’obbiettivo era una lente biconvessa, dotata di diaframmi e di

                                                         un rudimentale sistema di messe a fuoco.
                                                         Alle immagini così ottenute Nièpce diede il nome di eliografie.

                                                         Nel 1829 fondò con Louis Daguerre una società per lo sviluppo

                                                         delle tecniche fotografiche.
                                                         Il procedimento messo a punto da Daguerre, che venne chiama-

                                                         to “Dagherrotipia”.

                                                         Le prime fotografie prendono il suo nome, sono i Dagherrotipi,
                                                         immagini fissate su una lastra d’argento attraverso un complica-

                                                         to lavoro con liquidi chimici.

                                                         I dagherrotipi però sono immagini singole, di cui non si posso-
                                                         no avere delle copie.

                                                         Questo problema viene risolto poco dopo l’invenzione del da-

                gherrotipo dall’inglese William Henry Fox Talbot, che inventa l’attuale Negativo, inizialmente
                chiamato calotipo, grazie al quale si può fare un numero infinito di copie con un singolo scatto

                fotografico.

                Da qui nasce la prima vera fotografia.
                Tutti capiscono l’importanza innovativa di questa invenzione, che fa subito il giro del mondo,

                e quante cose si possano realizzare grazie ad essa.

                Per ricordare qualcuno con un’immagine, non serve più un lungo e costoso ritratto.
                Nascono così molti studi fotografici, tra i più importanti dei Quali ci fu quello a Parigi di Felix

                e Paul Nadar, che fotografano i più famosi personaggi dell’epoca.

                Verso il 1880 la fotografia viene usata in modi diversi:
                -      come strumento scientifico;

                -      per documentare fatti, persone o cose;

                -      nell’arte, come nell’impressionismo per
                cogliere l’attimo fuggente ;

                -      come forma d’arte.

                Nel 1888 la fotografia diventa ancora più facile ed economica, perché l’americano George
                Eastman inventa la prima macchina fotografica portatile, la “Kodak “.

                Dalla fine dell’800 ad oggi la fotografia si è ancora notevolmente sviluppata, grazie all’inno-

                vazione della fotografia a colori nel 1947 e quella della macchina fotografica digitale, nel 1975
                entrambe dovute alla “Kodak”.

                Al giorno d’oggi la fotografia viene data per scontata, fa parte della vita quotidiana.

                Basti pensare ai cartelloni pubblicitari lungo le strade, o ancora più semplicemente alle imma-
                gini sui libri di scuola.














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