Page 31 - RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2022
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PREFAZIONE

 “Poesie  dell'inerzia”, un ti-
 tolo apparentemente  enig-

 matico che si disvela, via via,

 attraverso i versi originali di
 Susanna. I suoi scritti, spesso

 concisi, in realtà sono pregni
 di significato, efficaci e forni-

 scono lo spunto alla rilettura

 per entrare profondamente
 nel senso dei  suoi compo-

 nenti.

 Le liriche esprimono un sen-
 so di nostalgico incontro tra

 la realtà e ciò che è stato, ma

 ancor di più di ciò che sarà,
 nel tempo, quale  sarà  il si-

 gnificato dello stare a questo

 mondo.
 Attraverso la sua “Amico” ci

 spiega l’importanza della poesia, a chi non crede nella sua essenza, in quanto in realtà sono i

 lettori carenti di passione per l’arte, ché la stessa “non ha un tetto, ma aspetta solo un nuovo   PREFAZIONE
 architetto”.   Nella silloge "Mi farò trovare",  l'autrice decanta momenti di vita, amori, nostalgie e ricordi

 Interessante è la sua “Circolarità dello spirito” dove afferma che, negli anni, non smettiamo   che lasciano sul cuore emozioni indelebili.

 di parlare dello stesso argomento, cambia semplicemente l’interlocutore, il posto, i modi ma,   Delicati come una carezza i versi, raccontano, ci parlano e scuotono le menti a riflettere su
 la sostanza, la ricerca del “quid” che manca, resta incastonata nella stessa essenza.   ciò che spesso travolge tutti noi.

 Le parole “ricordi” e “tempo” ritornano sovente negli scritti dell’autrice, una linea di demar-  Non si scompone mai nell'espressione, i toni sono sempre pacati e gentili, specie quando si
 cazione tra il passato vissuto ed il tempo inclemente, che fugge via.  rivolge alle donne, alla libertà che non dovrebbe essere mai negata e agli amori che non deb-

                bano mai divenire costrizione, bensì incontro di mani e di pensieri all'unisono.

 Nella totalità della sua dissacrante analisi poetica, si respira questa acuta e continua ricerca   La Giordano nelle sue dolci melodie ci porta in mondi conosciuti ma diversi nel sentire; ci
 di ciò che la vita non è in grado di farci intendere, in aggiunta alla vena malinconica di albori   lascia spaziare fra la meraviglia e la passione e anche attraversare un mondo colmo di ingiu-

 d’un passato che ritorna nelle reminiscenze della notte.  stizie e guerre.

 E la poesia risolleva l’anima dai tumulti intimi, continui, di un essere che brancola nelle fe-  Leggere i suoi testi è una scoperta continua proprio come lei stessa ci invita a fare attraverso
 ritoie dell’esistenza, a percepire sfumature di bellezza profonda, tra i versi che conducono   il titolo stesso.

 oltre la caducità e la sofferenza terrena, libera in un  Graziella De Chiara

  “universo mobile”.
 L’inerzia di una sofferta vita si consuma tra una penna fatta di osservazione, e una sedia che

 la tiene al tavolo dei tanti perché, irrisolti, a cercare l’altra faccia del vivere, nella magia della

 sua compagna “Poesia”.
 Francesca Patitucci








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