Page 30 - RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2022
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PREFAZIONE
“Poesie dell'inerzia”, un ti-
tolo apparentemente enig-
matico che si disvela, via via,
attraverso i versi originali di
Susanna. I suoi scritti, spesso
concisi, in realtà sono pregni
di significato, efficaci e forni-
scono lo spunto alla rilettura
per entrare profondamente
nel senso dei suoi compo-
nenti.
Le liriche esprimono un sen-
so di nostalgico incontro tra
la realtà e ciò che è stato, ma
ancor di più di ciò che sarà,
nel tempo, quale sarà il si-
gnificato dello stare a questo
mondo.
Attraverso la sua “Amico” ci
spiega l’importanza della poesia, a chi non crede nella sua essenza, in quanto in realtà sono i
lettori carenti di passione per l’arte, ché la stessa “non ha un tetto, ma aspetta solo un nuovo PREFAZIONE
architetto”. Nella silloge "Mi farò trovare", l'autrice decanta momenti di vita, amori, nostalgie e ricordi
Interessante è la sua “Circolarità dello spirito” dove afferma che, negli anni, non smettiamo che lasciano sul cuore emozioni indelebili.
di parlare dello stesso argomento, cambia semplicemente l’interlocutore, il posto, i modi ma, Delicati come una carezza i versi, raccontano, ci parlano e scuotono le menti a riflettere su
la sostanza, la ricerca del “quid” che manca, resta incastonata nella stessa essenza. ciò che spesso travolge tutti noi.
Le parole “ricordi” e “tempo” ritornano sovente negli scritti dell’autrice, una linea di demar- Non si scompone mai nell'espressione, i toni sono sempre pacati e gentili, specie quando si
cazione tra il passato vissuto ed il tempo inclemente, che fugge via. rivolge alle donne, alla libertà che non dovrebbe essere mai negata e agli amori che non deb-
bano mai divenire costrizione, bensì incontro di mani e di pensieri all'unisono.
Nella totalità della sua dissacrante analisi poetica, si respira questa acuta e continua ricerca La Giordano nelle sue dolci melodie ci porta in mondi conosciuti ma diversi nel sentire; ci
di ciò che la vita non è in grado di farci intendere, in aggiunta alla vena malinconica di albori lascia spaziare fra la meraviglia e la passione e anche attraversare un mondo colmo di ingiu-
d’un passato che ritorna nelle reminiscenze della notte. stizie e guerre.
E la poesia risolleva l’anima dai tumulti intimi, continui, di un essere che brancola nelle fe- Leggere i suoi testi è una scoperta continua proprio come lei stessa ci invita a fare attraverso
ritoie dell’esistenza, a percepire sfumature di bellezza profonda, tra i versi che conducono il titolo stesso.
oltre la caducità e la sofferenza terrena, libera in un Graziella De Chiara
“universo mobile”.
L’inerzia di una sofferta vita si consuma tra una penna fatta di osservazione, e una sedia che
la tiene al tavolo dei tanti perché, irrisolti, a cercare l’altra faccia del vivere, nella magia della
sua compagna “Poesia”.
Francesca Patitucci
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