Page 37 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2022
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MENZIONE D’ONORE  MENZIONE D’ONORE



 MARIA ANTONIETTA CASSARO  MANELIA MANELIA


 A BRICIOLE E MOLLICHE   TI HO CERCATO, UNICO RAGGIO DI SOLE
 Sorrideva il contadino per la pioggia  E forse verrà giù a piovere                vera un baluardo

 e la massaia per il pane lievitato  E magari ci sarà un temporale:                massiccio e scuro,

 Credetti che per essere felici  lo sento, lo annuso, lo ascolto                   nero com'è nero l'asfalto,
 ci vuole pioggia e farina a lievitare  nell'eccitazione dell'aria che sale...     di cirri veloci e di dondolanti cumuli


                                                                                   come fossero foschi tumuli:
 Ti ho cercata nel pane e nella pioggia  Ed io, invece, cercavo soltanto
 nell'aria e nella roccia  un piccolo raggio di Sole                               d'incanto guardai giù, proprio in terra


                   o qualcosa che gli somigliasse                                  una remota pozza d'acqua piovana
 La felicità convive col dolore  e che finalmente riuscisse                        che pare riaffiori ma che il suolo riafferra:
 Con un chiodo appeso al muro ed un   a penetrarmi questo cuore scarnito           in quella piccola fanghiglia profana

 biglietto         attraverso pupille allargate,                                   trovai il riflesso di un disco lucente,
 Con un violino senza corde e archetto   stancamente abituate                      l'unica vera luce emergente

 Appare come Venere dal mare   ad un lontano chiarore affiochito...                dal buio di una sozza lordura,

 e si dissolve a briciole e molliche                                               come inattesa brillante
 La felicità è un petalo di rosa   Ma nessun altro grido                           sorta da pozzanghera malsana e impura:

 Al primo tocco cade e s'ammalora.  fa più paura e fa più rumore                    negli scarti dell'esistenza,


                   di un liquido instabile umore,                                  nelle cose più impure al Mondo,
 EMILIA FRAGOMENI  che mollemente s'è intorpidito                                  nella tristezza e in ogni suo affondo,

                   e che quindi nasce                                              può capitare per grazia o per fato
 TI HO CERCATO... NEL MISTERO

 Se il mio cammino rende nebbia il tempo,   Ma io Ti cerco nei sussurri d’alba,   laddove poi tace e poi muore...  di vedere insperato quel lumicino
 se il cuore è muro d’ombre e di cristallo,   nelle ferite dei crepuscoli rossi,   d'ottimismo, fiducia e speranza,

 se il gioco è morte che grida i suoi misfatti   nei mormorii dei fili d’erba e del vento,   Sbagliavo a cercarlo nel Cielo:  l'unica vera sostanza

 e soli di pietra sfaldano ali di sogni,   nell’armonia di ginestre e di gerani,   su nel Cielo, proprio lassù in alto  del nostro astruso terreno cammino...
 Tu indica nuove vie al mio andare,   nel segno della croce nella notte

 che attingano alle fonti dell’Amore!  e in ogni luce che conduca al cielo.  MARIA ROSA ONETO

 Porgimi una parola che consoli!   COMUNQUE, DONNA
 Non massacrarmi l’anima col silenzio!  Com’era bello, prima, sentirTi   Ti ho cercato per non morire invano.

 sempre accanto, accarezzare   Eri giorno di primavera, sbocciato

 Se echi di memorie sopite oggi  il morbido Tuo sguardo e farsi   sul mare. Fronte che il sole baciava.
 annientano l’anima scucita   trascinare da intensi palpiti d’amore!   Pelle di sale a cavalcioni dell'onda.

 e scie di speranze offese piegano   Ma ora impallidiscono le ore,   Ti ho cercato per scrivere ancora

 il corpo come canna al vento,   il mondo si tramuta nell’attesa,   parole d'amore. Per appendere Poesie
 ritorni la Tua voce, nel groviglio   la vita s’è fatta silenziosa.   sul filo spinato di un ricordo doloroso.

 del tempo, a mitigare il freddo acerbo,  Perduto sembra ormai il dolce sogno.   Per stendere sul prato un lenzuolo

 il fermento d’ombre senza requie   Resta solo una flebile fiammella,   umido di piacere e bucato.
 e il silenzio che trapassa ogni certezza.  lampada accesa di consacrazione.    Ti ho cercato nell'autunno della vita.

                   Festa di foglie e di zucche truccate.
 Se, genuflessa, Ti chiedo di dipanare   L’ombra di Te in me si fa “passione”,   Scheletri di malinconia gettati

 il filo del mistero inafferrabile,   attesa che trema di speranza,  in strada come maschere di Carnevale.

 che scaraventa l’anima nell’abisso   acqua di fede che disseta ogni spina,  Ti ho cercato nelle notti di luna.
 del dubbio, Tu parlami di tratti di cielo,   canto disperato di chi non ha più sogni,   Nel riverbero di una lanterna accesa.

 sospesi tra anelli di lucenti approdi!   fragilità tra le Tue mani, atrocità   Parlando con il vento che

 Dà una risposta alla mia paura, che   del nulla, su quest’abisso di mistero,  non sapeva ascoltare.
 s’arroccò nel tempo!   che potrebbe chiamarsi “Redenzione”,   Distesa su una nuvola dalla forma

 ma che ora è soltanto disperazione   evanescente e spietata.

 Non hai risposto ancora!   per non sapere se il domani sarà   Consapevole di un destino fugace.
 E già graffia l’anima la terra.   una “morte” o una “Resurrezione”.  Fragile e tenace, ma pur sempre donna,

                   ancor prima di essere nata!




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