Page 58 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2024
P. 58

GIUSY CILIBERTI

      E                                                                                                                                                                        Mi chiamo Flint



       S                                                                                                                                                                       Dice che son misteriosa creatura


       S                                                                                                                                                                       di dolcezza infinita,
                                                                                                                                                                               la mia cara compagna di vita.

      E                                                                                                                                                                        Ella, che dalle orecchie mie
                                                                                                                                                                               carpisce anche il flebile suono
      R                                                                                                                                                                        d'un remotissimo tuono



      E                                                                                                                                                                        nel mio passo felpato
                                                                                                                                                                               coglie lieve la neve

                                                                                                                                                                               posarsi sul verde d'un prato.

                                                                                                                                                                               Tocca sete d'oriente,
      N                                                                                                                                                                        il sole nascente e l'incanto carezzando leggera


      O                                                                                                                                                                        il mio manto
                                                                                                                                                                               Lisciandomi le vibrisse

      N                                                                                                                                                                        s'appropria d'equilibri
                                                                                                                                                                               che credeva smarriti.




                                                                                                                                                                               L'ammaliante richiamo delle sirene di Ulisse
      A                                                                                                                                                                        coglie nel miagolio modulato


       P        CARMELA LARATTA                                                                                                                                                sotto quelle vibrisse...

                                                                                                                                                                               M'ha dato un nome
       P        Sono donna a metà ,_ io te lo dissi_,                                                                                                                          non casuale che a pronunciarlo
                residuo abulico di un vivere segnato
      A         dove ogni foglio si ritrovò di schiena                                                                                                                         pare una madrigale
                                                                                                                                                                               il suono magico d'un tocco

      R         in un castello inchiostrato di mancanze.                                                                                                                       limpido sul bicchiere di cristallo
                Le delusioni, a forma di gran stele,
                                                                                                                                                                               per allietarsi il cuore
       I        riuscivano a toccare nembi chiari,

                e da quel palpito crollavano di pietra,
      R         quando l' attesa del mondo era tsunami,                                                                                                                        Mi chiamo Flint,
                                                                                                                                                                               "pietra focaia" e l'ho tramortita

      E         e mentre ardevo, smottava giù a torrenti                                                                                                                       con la dolcezza del mio amore!
                la rassegnata mestizia, a punizione
                                                                                                                                                                               Essendo me stesso
                di quanta lingua volesse ogni parola                                                                                                                           e nulla di più,
                Io, quei lapilli, me li bevvi sola                                                                                                                             conscio del mio potenziale

                Entravano per forza, e non volevo;                                                                                                                             e di ciò che mi fa bello:

                restava il brullo arpione a segnaposto,                                                                                                                        l'umanità dell'istinto animale.
                ma i ganci miei erano fatti a cuore,

                e nel mio tempo, il cuore soffocò.                                                                                                                             Son "miciuzzo" è proverbiale!

                Luna, che sei di guardia questa notte,                                                                                                                         Tenerissimo e...geniale!
                tu lo conosci il giuramento dell'arranco                                                                                                                       Un miracolo ancestrale.

                quando lui, uomo, mi chiamava scheggia.

                Da quella volta, io, non frano più.
                                                                                                                                                                                             DECLAMAZIONE



                             DECLAMAZIONE



















                58   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                       periodico mensile del gruppo NOIQUI                            59
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