Page 26 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2024
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Il mio cammino, però, non è dritto né curvo,
porto con me la sfortuna,
vado verso il mai, verso nessun luogo,
come un treno sull’abisso.
Pubblicazioni di Anna Achmatova
La tarde (1912)
Conti (1914)
Gregge bianco (1917)
La piantaggine (1922)
Requiem (1942)
Requiem è un canto polifonico, scritto a modo di denuncia, in cui la poeta mescola le scene
bibliche di Maria e Gesù con le proprie vicende personali di suo figlio imprigionato. Da una
visione molto vicina alla follia, la poeta alza un ululato sotto il manto bianco e grigio della cenciata
Russia del momento, in cui i suoi amici e figlio vengono privati dalla libertà ed è per loro che
l’unica resistenza e opposizione possibile è l’amore e la sensazione di essere una sopravvissuta,
vittima di un’orribile esperienza, che comporta impotenza, dolore.
Leggendo più volte le poesie anteriori non rimane dubbio del perché questa poeta sia considerata
una delle più grandi voci della letteratura russa del secolo XX; anche dopo la censura subìta sotto
il regime di Stalin il silenzio e la morte custodirono buona parte della sua esistenza. Questo libro
più che un epitaffio collettivo, offre una testimonianza brillante di un’epoca oscura.
Alcuni percorrono un sentiero dritto, leggendo questa poesia si può avere la percezione del
carattere incomunicabile della realtà fisica, dove tutto torna nebbia mistica, raffiche ardenti e
silenziose scoperte. Tutto può essere contenuto dentro l’esperienza delle cose e dell’impossibilità
di esprimerlo. Ci si può chiedere se sia possibile camminare verso nessun luogo…
SIMONE BILANCIA
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