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fRAnCEsCA pATITuCCI



 NAPOLI SOTTERRANEA  Regno d’Italia ne decreta la chiusura definitiva.


               Ma Napoli Sotterranea non diventa disabitata, neanche in questo caso.
               La Seconda Guerra Mondiale
 Nel  sottosuolo  partenopeo   Nel 1942, nel pieno del conflitto bellico, Napoli abbisogna di rifugi antiaerei. Così il Genio Ci-

 esiste un’altra città da secoli,   vile cerca di utilizzare i sotterranei con alcune modifiche.
 la cui estensione è ben oltre   Migliaia di napoletani scampano alla morte tramite il sottosuolo.

 la parte che oggi è visitabile.   Oggi, attraversando il percorso sotterraneo e il Museo della Guerra, si possono osservare i locali

 Questa  città  racconta  una   dove la popolazione trovava rifugio, perfino dei reperti di antichi giocattoli dei bimbi dell’epoca,
 storia parallela, fatta di inge-  con i quali venivano distratti dai boati dei bombardamenti.

 gno dell'uomo, che ha creato   Il deposito giudiziario

 infrastrutture necessarie atte   Alla fine della guerra, Napoli Sotterranea continuava a vivere. Parte veniva utilizzata come di-
 a salvare il popolo dai bom-  scarica abusiva, e parte per svariati scopi, tra cui, negli anni 70, un deposito giudiziario.

 bardamenti della guerra e dai   Per tal motivo, oggi, troviamo cimeli d’epoca, automobili risalenti a prima e dopo la guerra e

 misteriosi “pozzari e mona-  motociclette di ogni tipo.
 cielli”.

 A 40 m sottoterra tutto può diventare credibile, anche le leggende. Il “munaciello”, è uno spi-  Pozzari e Munacielli

 ritello dispettoso che, ogni napoletano, descrive come un piccolo fantasma che appare di notte   Visitando Napoli Sotterranea si
 nelle abitazioni e dà fastidio alle persone che vi dimorano, o per rubare preziosi, o per predire   può  comprendere cosa facevano

 sventure.                                                                                      i “pozzari”, uomini di bassa statu-

 Napoli Sotterranea è un fitto e complesso reticolo di cunicoli e cavità che si trovano nel sotto-  ra che avevano il compito di tenere
 suolo di Napoli e che danno vita a una città sotto la città. Si estende sotto tutto il centro storico   pulite  le cisterne private  dei ricchi

 ed è stata usata, nei secoli, in vari modi.                                                    proprietari. I pozzari si muovevano

 A Napoli si è sempre scavato nel sottosuolo. Il tufo, di cui è ricco, è molto facile da scavare e   attraverso sentieri noti solo a loro.
 perforare,  e favorisce le costruzioni e le trasformazioni. I primi scavi risalgono ai Greci e al   La  leggenda  racconta  che  quando

 470 a.C.                                                                                       non venivano pagati dai padroni, si

 Si tratta di cunicoli e cisterne che immagazzinano l’acqua piovana per gli abitanti dell’antica   vendicavano entrando di notte nelle
 Neapolis.                                                                                      case dei ricchi e derubandoli. Dun-

 L’acquedotto dei Romani.                                                                       que, in conclusione, non si sapeva se

 Nei secoli successivi l’espansio-                                                              in casa ti era entrato un pozzaro o
 ne della città, le cisterne diven-                                                             un monaciello.

 tano acquedotti che portano in                                                                 E la differenza dove sta?

 città l’acqua dei fiumi, per cui
 serve costruire e ampliare tutto                                                                                      Francesca Patitucci

 e lo faranno i Romani, grandi

 costruttori  di acquedotti  che
 ampliano  la  superficie  Sotter-

 ranea  di 460 km quadrati, at-

 traverso cunicoli creati per tra-
 sportare l’acqua dalla foce del fiume Serino, ad Avellino, distribuendola tra Napoli, Casalnuovo

 e Acerra; un’altra è Ercolano, Pompei e Stabia e la terza che arriva a Bacoli, riempendo la pi-
 scina Mirabilis, un serbatoio di 12.000 metri cubici.

 Ma, il sottosuolo di Napoli, non serve solo all’acqua. Nel 1853 Ferdinando II di Borbone in-

 carica l’architetto Errico Alvino di utilizzare parte dei cunicoli per creare un tunnel che con-
 giunga il Palazzo Reale con Piazza Vittoria, vicina al mare e alle caserme. Lo scopo è realizzare

 un percorso militare rapido che permetta alle truppe di stanza nelle caserme di raggiungere

 il palazzo reale senza dover attraversare mezza città. Il Re ha già rischiato nei moti del 1848 e
 non vuole ripetere l’esperienza. Ma, nonostante tutti gli sforzi, il tunnel non viene mai portato

 a termine per problemi tecnici insormontabili.

 Tutta l’infrastruttura e l’acquedotto funzionano bene finché sopraggiunge il colera, 1885, e il









 14   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                        15
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