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RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2024 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
FRANCESCA PATITUCCI
il natalE E un altro anno chE va via
E anche questo Natale, con le sue contraddizioni, i suoi paradossi ci ha porta-
to nella dimensione sospesa tra magia e malinconia della festa più importante
dell’anno.
La gente a rincorrere le tradizioni, i cenoni, i regali, sforzandosi di ignorare
tutti i focolai di orrore, guerra, violenza e dolore in ogni dove della terra.
L’animo umano sente fortemente un bisogno di calore, di un guizzo di umani-
tà vera, di valori che ormai sembrano non più appartenerci.
Più che di leccornie natalizie avremmo bisogno di un cibo che nutra l’anima
dilaniata da una società anaffettiva e indifferente anche alle verità più atroci.
Nelle culture ispirate dal cristianesimo dovremmo tutti fare del Natale il mo-
mento della rinascita: riunirsi alla stessa mensa a ritrovare il senso dello starsi
accanto, sostenersi, amarsi nella consapevolezza delle nostre fragilità, aprire
la porta della nostra dimora, ascoltarsi e ascoltare…
Che la mangiatoia di Gesù Bambino sia la nostra casa, ad accogliere una fede
sfilacciata, ridimensionata a nostro uso e consumo.
E credo che nessun uomo possa sedersi alla tavola della festa senza pensare ai
bimbi che non ci sono più, maggiori vittime della guerra e a chi non vedrà più
lo sfavillio dell’attesa, un avvento che ci vede perdenti sotto un albero sempre
più misero.
Eppure, è sempre e da sempre un evento, il Natale, che accomuna tutto il
mondo e che, nonostante le bombe, scava sempre piccoli germogli di speranza.
La nostra strenna deve essere un donare e donarsi senza remore, operare affin-
ché il bene soccomba su tanto male.
Ogni anno pensiamo sia stato più pesante del precedente, in realtà il male è
sempre esistito ma forse, oggi, non siamo più disposti a ricucire, a ricomincia-
re dagli errori, a ritrovare la nostra fede in un mondo migliore.
Facciamo che i buoni propositi siano consistenti, che non siano parole al ven-
to, insieme si può fare tanto, ma dovremmo indossare l’abito dell’umiltà e
della resilienza, facendo danzare in petto l’incanto e l’entusiasmo fanciullo
che abbiamo a lungo dimenticato. Non barattiamo i sentimenti e noi stessi
con cose futili o, peggio, con involucri vuoti dell’essenza dell’essere.
C’è davvero tanto buio intorno, vorrei fortemente che la luce della stella co-
meta illumini le nostre coscienze, oggi più che mai, a iniziare un anno all’inse-
gna della pace, del bene che possiamo elargire su questa Madre che ci accoglie
e a cui non siamo mai abbastanza grati.
Che sia benedetto il nostro augurio, che sia auspicio di gioia di vivere che
ritorna, ad animare animo spento ed ipocondriaco, non lasciamo che l’abitu-
dine alle brutture ci renda insensibili e rassegnati.
Sarebbe il regalo di Natale piu bello questo positivo proposito generale…
Iniziare un nuovo anno credendoci davvero che insieme si possa cambiare.
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