Page 47 - RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2022
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EMAnuEL fATELLO

               ogni palazzo: a forza di piccole cose. Sotto ogni edificio c’è un piccolo mattone, nascosto agli
 NULLA È PICCOLO PER UN GRANDE CUORE   occhi del mondo, sporco perché


               consapevole di non dover brillare per adempiere al suo dovere: la pietra d’angolo capace di
 “Se molti uomini di poco conto, in molti posti di poco   sostenere tutta la costruzione; cosa accadrebbe se venisse a mancare? E ora pensa al bel fregio

 conto, facessero cose di poco conto, la faccia della Ter-  sulla torre, osservato da tutti, ma triste nella sua aleatoria inutilità.

 ra potrebbe cambiare”: così sentenziava il giornalista   Facciamoci coraggio e mettiamoci in gioco: l’importante non è quanto si offre, ma cosa e
 e scrittore Giorgio Torelli, così dovremmo imparare a   come lo si dona; ognuno dia quello che può dare. Il merito non sta nel poco o nel molto, ma

 ragionare anche noi, granelli di un universo nel quale   nella volontà e nel sentimento che mettiamo nel gesto.

 ci perdiamo ma che ci illudiamo di governare. In un   “M’illumino d’immenso”: un verso che nella sua intensità ha saputo trasformarsi in poema.
 mondo troppo preso ad ammirare e contemplare ciò

 che appare maestoso, ci perdiamo ciò che rappresenta

 l’essenziale, spesso invisibile agli occhi. E dimentichia-
 mo come sia l’insieme di tanti piccoli a formare qual-

 cosa di grande: tante piccole gocce d’acqua formano

 un oceano, molti secondi creano secoli, tanti mattoni
 innalzano un castello, tanti zeri formano milioni. Ed è

 proprio per questo che non dovremmo mai sminuirci

 né tirarci indietro, ma dovremmo sempre garantire la nostra parte, offrire il nostro contri-
 buto: siamo come ingranaggi di un orologio, anelli di una sola catena, tutti siamo fonda-

 mentali ed indispensabili. Un piccolo gesto di ognuno di noi può significare tanto per altri:

 non nascondiamoci dietro le nostre paure, non lasciamoci sopraffare dall’insofferenza,
 smettiamo di essere comparse di una farsa ma diventiamo protagonisti del grande spetta-

 colo che è la nostra vita. E soprattutto impariamo a compiere ogni gesto, se non per amo-

 re, almeno con amore: così facendo non esisteranno piccole cose, ma tutto sarà grande; e
 se impariamo a perseverare nelle cose piccole, spinti proprio dall’amore, sapremo trasfor-

 mare ogni azione in un gesto eroico, sapremo fare la differenza in un mondo troppo spes-

 so dominato dalla meschinità.
 La lacrima di un amico, la stanchezza di un anziano, la fragilità di un piccolo, la paura di

 un malato: non possono rappresentare piccole lucciole intermittenti della nostra coscien-

 za, ma fari che rischiarano l’ombra dell’indifferenza. E allora non voltiamoci dall’altra
 parte: impariamo a diventare sorriso, ristoro, sostegno, conforto, impariamo a darci valo-

 re, invece che un prezzo. Non possiamo attendere l’occasione importante per realizzare

 qualcosa di grande: come potremmo vincere le Olimpiadi senza un allenamento costante e
 quotidiano? Nulla diessine linea, dovrebbe divenire il nostro mantra: non sprecare nessun

 giorno, esercitarsi, posare sempre un mattoncino, con impegno, con sacrificio, con deter-

 minazione.
 È bello poter offrire un contributo, non conoscere il peso dell’inutilità, non sprofonda-

 re nell’apatia zavorrati dalle nostre stesse paure. Siamo tutti importanti, anelli di un’unica

 catena: non giustifichiamo le nostre mancanze pensando di essere inadatti, ma pensiamo
 piuttosto a cosa accadrebbe alla catena se venisse a mancare anche solo un piccolo anello.

 Non siamo chiamati ad essere fumo, ma dobbiamo essere fuoco. “Poca favilla gran fiam-
 ma feconda” recitava Dante nella Divina Commedia: basta cioè una piccola scintilla a

 sviluppare un grosso incendio e un giorno quella scintilla potrei essere io, potresti essere

 tu; potremmo ridare fiducia ad un uomo che ha smesso di sognare, oppure consigliare un
 disperato che non sa che fare, potremmo regalare un sorriso a chi conosce solo il pianto.

 Potremmo fare tutto questo e molto altro ancora: lo potresti fare proprio tu che ora ti na-

 scondi dietro una presunta e spesso comoda, inutilità.
 E ricorda che essere d’aiuto non è un optional, ma un preciso dovere: se ti senti niente,

 ricorda che c’è bisogno anche di te. Quante volte ho osservato innalzare edifici grandiosi:

 un mattone dietro l’altro, migliaia, ma uno ad uno; e sacchi di cemento, uno alla volta. E
 operai che non si sono mai fermati, lavorando giorno dopo giorno. Così è stato innalzato







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