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Delirio totale.
Attimi di profondo sconforto e dolore lancinante.
Lacrime versate a iosa. Avevo perso mio padre…un padre con cui battibeccavo in
continuazione ma che amavo più di ogni altra cosa al mondo. E l’ironia della sorte
(sorte impura e cinica) fu che dopo tanto lavoro per mettere in scena una commedia
interamente dedicata a lui, laddove avrei spiegato il mio pensiero sugli ospizi, lui se ne
era andato senza aver visto ed ascoltato ciò che bramosamente volevo fargli sentire.
Volevo morire anch’io.
Sbattevo, di fatto, la testa contro il muro e non mi davo pace.
Furono giorni di dolore e sofferenza.
Andammo in scena ugualmente perché ormai l’indotto era già avviato da un mese, sul
palco cercai con tutto me stesso di controllare le emozioni, ma ogni sera, per tutte le
numerosissime repliche fatte, nei saluti finali non riuscivo, pur imponendomelo ogni
volta, di non piangere.
Questa commedia è quella che mi ha regalato le maggiori soddisfazioni.
Con essa ho vinto tanti premi e tanti riconoscimenti.
Ora e solo ora so anche il perché.
Mi piace credere che mio padre, mentre scrivevo, già sapeva della sua dipartita ma ha
fatto finta di nulla, ed è stato LUI che mi ha guidato nella stesura di questa mia seconda
opera.
Si si, è stato LUI, con l’aiuto di Dio, ad aiutarmi a scrivere con le DITA DEL CUORE.
Mio padre, la mia commedia, a modo suo, l’ha vista!!!!!
Thomas Mugnano
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periodico mensile del gruppo NOI