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THOMAS MUGNANO



                TEATRO: LA COMMEDIA CHE MI HA TRAPASSATO IL CUORE


                                                                           “Ripetersi non è mai semplice”.
                                                                           “Non è  facile  superare,  ora, il
                                                                           successo dell’anno scorso”.
                                                                           “Prima avevi tante idee che hai
                                                                           messo in scena…e adesso, come
                                                                           fai?”
                                                                           “Tieniti  questa  soddisfazione
                                                                           che il pubblico ti ha dato e non
                                                                           rischiare  di rovinare tutto  con
                                                                           una “commedia bis” che potreb-
                                                                           be risultare un fiasco”. …ecc…
                                                                           ecc…

                                                                           Queste  erano  solo  alcune delle
                                                                           asserzioni che alcuni attori del
                                                                           mio  gruppo  mi enunciavano  a
                                                                           seguito  dell’enorme consenso
                                                                           ottenuto con: L’AMORE è CIE-
                CO…MA IL MATRIMONIO GLI RENDE LA VISTA.
                Ma non avevano fatto il conto con la mia caparbietà, la mia ostinazione e, perchè no,
                anche la mia impavida temerarietà.
                Mi misi anima e corpo a scrivere la mia seconda commedia.
                Questa mia decisione ardimentosa creò non pochi malumori nel gruppo teatrale.
                Si sa che l’invidia e la gelosia regna imperturbabile in ogni ambiente ma nel teatro, cre-
                detemi, trova terreno molto più fertile.
                Tant’è vero che alcuni miei attori, guarda caso quelli che l’anno prima avevano ricoperto
                ruoli principali, decisero di lasciarmi.
                Eh già, non avevano affatto digerito la miriade di elogi, congratulazioni, encomi e vanti
                elargiti dal pubblico nei miei confronti. Seppi, tempo dopo, che aver contribuito con le
                loro interpretazioni al mio successo personale, li aveva fatti rosicare non poco.
                Ecco spiegato il motivo del loro allontanamento.
                Ma, come si dice? La fortuna aiuta gli audaci.
                Promozionai nuovi casting e in brevissimo tempo feci delle sostituzioni, e, oserei dire,
                che belle sostituzioni.
                Ma veniamo al battesimo di questa messinscena teatrale.
                Erano anni che litigavo con mio padre su tutto e per tutto. Lo facevo anche sulle frivo-
                lezze che non avevano alcun rilievo personale.
                Ero il classico fastidioso “Bastian Contrario”.  Eravamo un “Padre” e un “figlio” con il
                medesimo carattere e lo stessissimo temperamento. Lui, nei vari alterchi sbottava con-
                tinuamente:
                << Tanto io lo so, tu non mi sopporti e quando mi farò anziano mi chiuderai in un
                ospizio>>.
                Io, dispettoso ed indisponente replicavo: << e non lo sai? Puoi scommetterci>>.
                Dicevo questa cattiveria solo ed esclusivamente per stuzzicarlo e bonariamente tormen-


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