Page 12 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2023
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MARIA mOLLO
MUSICA E PSICOLOGIA
La musica, dal greco antico “arte delle Muse” (figure della mitologia greca e romana e, tutte le
arti delle Muse, indicano qualcosa di perfetto), è uno degli aspetti culturali universali di ogni
società umana.
Ha effetti positivi sulla mente, migliora lo stato d’animo; è portatrice di emozioni, di messag-
gi. Ascoltare la musica può essere d’aiuto nei momenti tristi ma, al tempo stesso, può evocare
ricordi sopiti, nei quali albergano sofferenze patite.
Ma è innegabile che, la musica, può avere effetti negativi se ascoltata ad alto volume. Sono
soprattutto i giovani, frequentatori di discoteche, influenzati dalle vibrazioni e, pertanto sono
a rischio di ansia, suicidio e depressione.
Ciononostante, la musica sviluppa la personale capacità di espressione e, stimola le aree del
cervello in modo tale da migliorare la capacità di lettura e scrittura.
In ognuno evoca ricordi nascosti nell’Io profondo, erroneamente creduti dimenticati.
La musica parla, regala emozioni, è catartica, aiuta nell’esternare sentimenti nascosti.
È curativa, fa bene al corpo; è portatrice di valori sani, di energia.
La psicologia si occupa del comportamento umano, delle sue relazioni, dei processi della
mente, cercando di migliorare la qualità della vita.
La psicologia della musica esplora le reazioni ed i comportamenti assunti dalle persone nel
momento dell’ascolto di un brano.
Va però considerato che la musica è vissuta da ognuno in modo prettamente individuale: al-
cune musiche piacciono, altre appaiono insopportabili.
Perché? Perché, ascoltando un brano, al nostro cervello arrivano informazioni che assumono
significati diversi, a seconda il soggetto e la sua personalità, il suo vissuto.
Non esistono generi musicali migliori o peggiori. Esistono soggetti diversi, con gusti e perso-
nalità diverse tra loro.
A tal proposito, si è scoperto, per esempio, che i soggetti estroversi, quando si trovano ad
affrontare compiti ripetitivi e noiosi (dallo studio, alle faccende domestiche), la musica serve
loro per alzare il livello di eccitazione.
Per gli introversi, al contrario, diventa spesso un’interferenza nei compiti che svolgono.
La musica crea coesione tra persone oltre ad influenzare il rapporto con se stessi.
Come agisce la musica sul cervello? Classica e meditativa riducono lo stress, ritmata e dance
migliorano la concentrazione, un crescendo di un’orchestra, può portare ad un aumento di
pressione.
È comunque accertato che la musica è terapeutica: nel cervello la melodia attiva le reti neu-
rali correlate al piacere e le note innescano la produzione di endorfine atte al miglioramento
dell’umore ed al rilassamento.
La musica parla, colma i silenzi, è come un
vento leggero...
“Un giorno anche la guerra, dovrà arrendersi
ad una chitarra”.
Maria Mollo
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