Page 9 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2023
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realizza il passaggio da una dipendenza assoluta dalla madre ad un legame più orientato verso
IL FETICCIO: LA PERVERSIONE DELL’OGGETTO ASSENTE l’autonomia. Il primo passo è la suzione del pollice che sostituisce il capezzolo. Successivamen-
Le modalità con le quali si esprime la perversione sono diverse a seconda dell’oggetto a cui te, prende forma l’oggetto transizionale che ha la funzione di sostituire quella parte del sé che
si rivolge e dei contenuti che esprime. Parliamo quindi di vari tipi di deviazione quali l’esibi- viene a distaccarsi. Infatti, il bambino, per la sua vulnerabilità psichica, ha bisogno di trasferire
zionismo, il voyeurismo, la pedofilia, il feticismo, la zoofilia, la necrofilia e altre forme meno a un oggetto inanimato il senso di angoscia che egli non può contenere psichicamente. Così
frequenti, alcune, come vedremo, in un certo senso quasi fisiologiche, altre, quali le parafilie, una bambola acquista il significato dell’oggetto assente (Winnicott). A questo proposito non si
espressioni di vere e proprie patologie o tali da configurare anche dei reati molto gravi. Tutte può non parlare dei meccanismi che, secondo Freud, sono alla base di questo processo, espressi
quante, però, hanno una base psicopatologica comune che le distingue dalla nevrosi. Infatti, in maniera molto chiara negli scritti del 1927 e del 1938. Per il padre della psicanalisi il feticcio
al perverso interessa solamente l’appagamento assoluto del proprio godimento. Egli, all’op- è il sostituto del fallo della donna, della madre a cui il bambino ha creduto e a cui non vuole
posto del nevrotico, è completamente sicuro di sé, non è sfiorato dal dubbio o dal senso di rinunciare nel momento in cui si accorge che non lo ha. Si rifiuta di accettare un dato della sua
colpa, ma ha l’ascolto incondizionato della pulsione. A lui non interessa la legge regolata dalla percezione, quello per cui la donna non possiede il pene. Ma ciò non può essere vero perché,
figura del padre, ma il proprio esclusivo godimento. In base a tali caratteristiche egli è stato se la donna è evirata vuol dire che egli stesso è minacciato nel proprio possesso del pene, cosa
definito da Lacan “un padrone”. Tra le forme più frequenti di perversione troviamo il fetici- contro la quale si ribella quella parte del suo narcisismo che la natura ha, previdentemente, as-
smo nei suoi diversi livelli di gravità ed espressione. Il feticista pone come oggetto del deside- segnato a quell’organo.
rio non l’altro o il desiderio dell’altro, ma un feticcio che viene investito da una carica erotica Quindi, nella sfera psichica del bambino, questa mancanza viene sostituita da qualcos’altro. In
assoluta. Il feticcio può essere una parte del corpo dell’altro, quale ad esempio il piede o un seguito ad un processo di fissazione nell’età adulta il feticcio personifica l’elemento mancante
oggetto estraneo all’anatomia, ma che deve comunque avere sempre un certo tipo di relazio- che sostituisce la madre, attenuando le angosce che sono nate dalla separazione da quest’ultima.
ne col corpo, come ad esempio una scarpa o della biancheria intima. Al fine di comprendere Nello stesso tempo il feticcio è il segno di una vittoria sulla minaccia di evirazione ed una prote-
il meccanismo psicopatologico del feticismo è fondamentale distinguere nell’ambito del desi- zione. Il riconoscimento di un aspetto angosciante della realtà (la castrazione materna) è quindi
derio sessuale due entità ben definite, l’istinto e la pulsione. Come ampiamente dimostrato da a fondamento della struttura perversa. Per M.Klein nel feticcio si cela e si concentra un vissuto
Freud, la sessualità si esprime in maniera differente nel mondo animale, strettamente inteso, minaccioso che, se svelato, potrebbe scatenare il panico in quanto apparizione perturbante del
rispetto a quanto avviene nell’essere umano. Negli animali, l’incontro tra il maschio e la fem- fantasma che perde il suo corpo-sarcofago. Il feticismo è appannaggio quasi esclusivo del sesso
mina, è un atto del tutto istintivo, meccanico, esclusivamente finalizzato alla procreazione. maschile. Infatti, il desiderio sessuale dell’uomo normalmente tende a selezionare e privilegiare
Infatti, qui l’attrazione, sebbene possa essere determinata o sollecitata da vari richiami della una zona del corpo femminile. In pratica lo smembra idealmente soffermandosi su singole parti
natura, quali gli odori, i colori, i suoni, e venire regolata da cicli stagionali, soggiace sempre di esso, più frequentemente i seni o le natiche o i piedi che vengono quindi a sostituire il tutto. Al
a rigidi schemi di accoppiamento prefissati secondo una linearità costante. In altri termini contrario, il desiderio femminile ha una dimensione totalizzante. La donna ha bisogno di sentir-
l’atto sessuale è ogni volta lo stesso ed è semplice “come bere un bicchiere d’acqua”. In esso si amata in modo assoluto, non frammentato. Due impostazioni così diverse tra loro non posso-
la pulsione è sempre assente e l’istinto agisce “come una bussola infallibile con criteri che no determinare armonia nell’incontro
sono immutabili nel tempo e che variano da specie a specie” (Recalcati). Nell’essere umano, amoroso il che ha portato Lacan alla
al contrario, la sessualità è sempre accompagnata o, meglio, caratterizzata dalla pulsione, cioè conclusione che “non esiste il rappor-
da una ricerca del godimento. Ciò avviene mediante la messa in atto di scenografie, collage, to sessuale” inteso come unitarietà del
montaggi spesso surrealistici, narrazioni, dialoghi, costruzioni mentali, in base a frammenti godimento e della partecipazione.
di esperienze prepuberali non evolute e fissate che prendono il comando dell’organizzazione
sessuale matura. La pulsione quindi, con contenuti diversi da individuo ad individuo, ha un Bruno Brundisini
carattere labirintico e complesso. In altre parole, nell’incontro sessuale umano, anche quando
questo avviene fisicamente tra due persone, vi è sempre la partecipazione di altri due aman-
ti incorporei, cioè i “fantasmi pulsionali” veri generatori del rapporto. A questo proposito
molto incisiva è stata un’espressione di Giuseppe Ungaretti che, rispondendo ad un’intervista
sulla sessualità, disse che per metterla in atto ognuno di noi è obbligato a diventare poeta.
La finalità della pulsione non è mai la riproduzione della specie, ma soltanto il godimento
personale. Questa, secondo Freud, inizia fin dai primi mesi di vita, quando il bambino scopre
di poter godere di parti del proprio corpo con meccanismi non finalizzati al soddisfacimen-
to delle necessità primarie quali ad esempio l’alimentazione. A questo proposito Freud cita
come esempio il persistere dell’attaccamento al seno materno anche dopo la suzione del latte,
perché ciò provoca piacere, e parla di “sessualità umana perversa polimorfa” che consiste ap-
punto nella scoperta, da parte del lattante, di vari punti erogeni del proprio corpo. Pertanto,
il bambino, fin dalla più tenera età non è affatto un essere angelicato e la sessualità non fa
la sua apparizione con la pubertà, ma molto prima. La perversione invece è completamen-
te assente nel mondo animale. All’inizio il bambino non è in grado di distinguere il me dal
non me, per cui la sua consapevolezza della realtà è caratterizzata da un senso di onnipoten-
za. Dal momento in cui inizia a comprendere il limite dato dalla presenza dell’altro da sé si
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