Page 50 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2022
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anTOnELLA pOLEnTA





                                                                                                                                                                               Proseguendo verso sud-est si raggiunge il parco più grande dello Utah, il maestoso, surreale e policromo Canyonlands,
                  GRAND CIRCLE                                                                                                                                                 la cui struttura tortuosa è stata plasmata da due fiumi: il Colorado River e il Green River.




               Un itinerario che merita di essere percorso nella parte occidentale degli Stati Uniti è il Grand Circle che comprende i
               parchi nazionali e statali americani, cosiddetti rossi. La maggior parte dei quali ricadono nello Utah, uno in Colorado e
               gli altri in Arizona. Lo scenario è grandioso e indimenticabile.
               Il primo che si incontra partendo da Las Vegas, dove consiglio di trascorrere qualche notte, è lo Zion National Park
               nello Utah, scoperto dai pionieri mormoni in cerca di pace e tranquillità. Si tratta di un parco montano, la cui sezione
               principale è formata da una gola profonda attraversata dal fiume Virgin, ricco di fauna: aquile, mufloni, serpenti a sona-
               gli e puma, altrimenti conosciuti come leoni di montagna.











                                                                    Zion National Park
                                                                 (Foto di Franco Fornaci)                                                                                                                         Canyonlands National Park (Foto di Franco Fornaci)










                                                                                                                                                                             A circa 8 km da Moab, una deliziosa cittadina dello Utah di circa 5000 abitanti, si
                                                                                                                                                                             trova lo spettacolare Parco degli Archi che offre variegate formazioni rocciose sotto
                                                                                                                                                                             forma di pinne, spirali, vette, guglie, ponti, rocce in bilico e infine i mirabolanti archi.
                Dallo Zion, attraverso la scenica Highway 12, lunga circa 200 Km, si giunge al Bryce Canyon, che nonostante il nome                                          Si tratta di pietra arenaria, una roccia sedimentaria rossa, che dà bella mostra di sé
                non è propriamente un canyon, ma piuttosto un anfiteatro formato da pinnacoli di roccia rossa, gli hoodoos, prodotti                                         nel sorprendente Delicate Arch, un arco naturale che raggiunge i 18 metri di altezza.
                dall’erosione operata dal vento e dalla pioggia. Si tratta di pietra arenaria ricca di sali ferrosi che in alcuni tratti assume
                un colore aranciato con sfumature biancastre. Alcuni hoodoos presentano forme bizzarre tanto da meritare l’appellati-
                vo di camini delle fate come quelli che si ammirano in Cappadocia.                                                                                                         Delicate Arch nell’Arches National Park (Foto di Franco Fornaci)
                Gli indiani Paiute, nativi del Nord America, veneravano i pinnacoli, probabilmente perché li ritenevano una sorta di
                idoli. I Paiute del Nord occupavano territori situati in California, nel Nevada e nell’Oregon, mentre i Paiute del Sud
                erano stanziati in Arizona, nel Nevada e nello Utah.                                                                                                          Ora non ricordo il punto preciso, ma percorrendo in auto la strada del Grand Circle, a ridosso delle molteplici e immense
                                                                                                                                                                              formazioni rocciose, a un certo punto non riuscendo più a reggere l’impatto visivo sono stata costretta a socchiudere gli
                                                                                                                                                                              occhi. Per fortuna non guidavo io! Troppe meraviglie messe insieme, troppa bellezza, mi stavano causando una sorta di
                                                                                                                                                                              sindrome di Stendhal, che a differenza della sindrome vera e propria, invece di manifestarsi al chiuso, si stava palesando
                                                                                                                                                                              in uno spazio aperto, sconfinato e grandioso. Colpita dall’estasi contemplativa, i miei occhi hanno iniziato
                                                                                                                                                                              a lacrimare e il mio cuore a battere forte come per una incontenibile emozione.
                                                                                                                                                                              Proseguendo verso sud, a circa 220 chilometri dall’Arches N.P. si incontra un altro meraviglioso parco nazionale, ma
                                                                                                                                                                              diverso dai precedenti. Si tratta della Mesa Verde, il cui nome spagnolo significa tavolo verde perché si riferisce alla ve-
                                                                                                                                                                              getazione che contraddistingue gli altopiani circostanti. È situato nell’angolo sud-occidentale dello stato del Colorado
                                                                                                                                                                              ed è compreso nel patrimonio dell’UNESCO. Nella Mesa verde si possono ammirare antichi villaggi rupestri, case, ma-
                                                                                                                                                                              gazzini, pozzi, cisterne che il popolo degli Anasazi edificò circa 1400 anni fa all’intero di nicchie rocciose. E proprio per
                                                                                                                                                                              questa protezione naturale gli edifici si sono mantenuti quasi integri.


               Bryce Canyon National Park (Foto di Franco Fornaci)                                                 Camino delle fate Bryce
                                                                                                                    Canyon National Park


                Spingendosi verso il centro dello Utah si incontra il Capitol Reef National Park, così chiamato per due caratteristiche
                naturali: il monolite Capitol Dome che ai primi esploratori ricordò il Campidoglio di Washington e la bianca barriera
                rocciosa del Waterpocket Fold che fa pensare al reef corallino.

























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                Capitol Dome                                                                     Waterpocket Fold nel Capitol Reef N.P.










                50   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       51
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