Page 10 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2022

fRAnCEsCA pATITuCCI
FOLLIE DI FERRAGOSTO
TRA STORIA, TRADIZIONE E LEGGENDA
La parola Ferragosto è stata coniata dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. in aggiunta ad altre feste ricor-
renti nel medesimo mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia.
Il termine deriva dal latino Feriae Augusti, (riposo di Augusto).
Era un periodo di riposo e di festeggiamenti derivante dalla tradizione dei Consualia, feste che celebrava-
no la fine dei lavori nei campi, dedicate a Conso che, nella religione romana, era il Dio della terra e della
fertilità. L'antico Ferragosto, oltre a fini di promozione politica, aveva lo scopo di collegare le maggiori
festività agostane per offrire un adeguato periodo di riposo, detto anche Augustali, necessario dopo le
grandi fatiche, durante le settimane precedenti.
Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi,
asini e muli, non venivano sottoposti al lavoro, quindi agghindati con fiori. Codeste tradizioni rivivono
oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge
a Siena il 16 agosto. La stessa denominazione "Palio" deriva dal "pallium", il drappo di stoffa pregiata,
ossia il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell'Antica Roma.
In occasione del Ferragosto i lavoratori porgevano auguri ai padroni, e in cambio ottenevano una mancia:
l'usanza si radicò talmente che, in età rinascimentale, fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio. La festa,
in origine, cadeva il 1º agosto. Lo spostamento fu imposto dalla Chiesa cattolica, che volle far coincidere
la ricorrenza laica con la festa religiosa dell'Assunzione di Maria. L’Assunzione, nel pensiero cattolico, è
un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei
tempi, con il Giudizio universale. La tradizione popolare della gita fuori porta di Ferragosto nasce duran-
te il ventennio fascista. A partire dalla seconda metà degli anni Venti, nel periodo ferragostano, il regime
organizza centinaia di gite popolari, grazie all'istituzione dei "Treni popolari di Ferragosto", con prezzi
scontatissimi.
In tal modo anche le classi sociali più povere avevano la possibilità di visitare le città italiane o di raggiun-
gere le località marine o montane. L'offerta era limitata ai giorni 13, 14 e 15 agosto e comprendeva le
due formule della "Gita di un sol giorno", nel raggio di circa 50-100 km, e della "Gita dei tre giorni" con
raggio di circa 100–200 km.
Durante queste gite popolari molte famiglie italiane ebbero, per la prima volta, la possibilità di vedere il
mare, la montagna e le città d'arte. Si diffuse anche il famoso “pranzo a sacco”.
Secondo una diffusa credenza popolare a Ferragosto non si deve fare il bagno. Pare che proprio il mare
sarebbe infestato da spiriti maligni che aspetterebbero gli ignari bagnanti per rapirli e trascinarli negli
abissi.
Altri invece associano la maledizione del 15 agosto proprio al suo duplice ruolo di festa anche religio-
sa. Celebre è il detto “Allu Ferragosto l’Assunta ne vole uno pe’ idda”. Vuol dire che ogni Ferragosto la
Madonna dell’Assunta porta un’anima su in cielo con sé. In tanti paesi si raccontano diverse leggende di
innamorati annegati nel giorno santo.
Per alcuni sono sposi novelli, per altri semplici fidanzati, ma la storia è sempre la stessa. Si racconta che
il 15 agosto i due giovani nuotarono fino al Canale d’Otranto, lì dove il mare Adriatico si incontra con lo
Ionio. Furono travolti da una grande onda che sommerse e uccise solo la donna. Il giovane riuscì a salvar-
si e a tornare a riva. Per anni non entrò più in acqua, ma nel giorno dell’Assunta era solito recarsi lungo
la riva per rivolgere una preghiera alla sua innamorata.
Un anno, a Ferragosto, un’onda anomala e imprevista si abbatté anche sull’uomo che si sporgeva su una
scogliera, come ogni anno, per pregare. Probabilmente questa è solo una leggenda, ma come sempre die-
tro si cela una verità. In realtà, a Ferragosto, si cerca con queste storie di tenere i bambini lontani dall’ac-
qua poiché i rischi derivanti dalla balneazione sono maggiori. Si è appesantiti dal pranzo abbondante di
questa giornata e la maggior affluenza di bagnanti aumenta la possibilità di perdere di vista i piccoli e i
ragazzini più spericolati. E ancora, il nome Maria, per alcuni predicatori, deriverebbe dal Mare e, in alcune
iconografie, la Vergine è ritratta sulle marine; degno di nota è il culto di Maria Stella Maris, protettrice dei
naviganti e dei pescatori, di cui abbiamo ereditato una chiesa di bellezza rara neogotica, sorta nel centro
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storico di Napoli, in via Lucrezia d’Alagno, purtroppo abbandonata e chiusa al culto: Santa Maria Stella
Maris.
15 AGOSTO, ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO
La Chiesa ortodossa e la Chiesa apostolica armena celebrano nella stessa data la festa della “Dormizione di
Maria”. Il termine “dormizione” (in latino dormito) deriva dalla dottrina, da parte di tanti teologi, che Maria
non sarebbe veramente morta, ma sarebbe soltanto caduta in un sonno profondo, dopodiché sarebbe stata
assunta in cielo. Né la Dormizione né l’Assunzione sono un dogma presso gli Ortodossi o gli Armeni.
Né l’Assunzione né la Dormizione, inoltre, fanno parte della dottrina anglicana e sono rigettate dalla mag-
gior parte degli anglicani. Tuttavia, nella “Chiesa alta” si propende per la seconda, più che per la prima. La
Commissione internazionale cattolica/anglicana (ARCIC), un organo di dialogo teologico ecumenico, in un
documento di discussione del 2005, ha però proposto che il dogma dell’Assunzione di Maria “è compatibile
con le Scritture”
L’Assunzione di Maria è uno dei misteri della gloria nella devozione del Santo Rosario.
Ogni stagione ha la sua domanda tormentone già ai primi giorni di luglio la domanda tra amici “Che faremo
a Ferragosto?”. Impegnarsi in qualcosa di faticoso è fuori discussione. Sicuramente è un giorno di relax,
vizi e stravizi per tanti. Curiosità e leggende locali. A Gallipoli, in Puglia, la credenza che non si debba fare
il bagno è riferita a Santa Cristina, compatrona della città insieme a Sant’Agata, protettrice della gente di
mare da quando, nel 1867, liberò la città dal colera che infuriava da mesi. L’antica tradizione popolare che
vieta ai gallipolini di fare il bagno nelle acque salate nacque nel 1807, quando un bambino undicenne morì
in mare e si pensò al fatto come ad una trasgressione del giorno sacro che va santificato con la rinuncia
ai piaceri. Come si vede, dunque, la trasgressione è all’origine di entrambe le credenze. Nell’insegnamento
Ortodosso, poi, il peccato non è soltanto la trasgressione di una regola, che comporta una punizione; esso
è sempre una mutilazione della vita dataci da Dio. A Gallipoli la leggenda vuole che il 24 luglio del 1807
la forte arsura dei “giorni de la Steddha” spingesse il figlioletto di un notabile del luogo ad addentrarsi in
mare per poi morire annegato. Poiché il 24 è il giorno in cui Santa Cristina ebbe i natali, i fedeli lessero in
quella tragedia un chiaro monito della Patrona: nessuna distrazione è concessa nei giorni delle celebrazioni
in suo onore ed il messaggio, da quel giorno, restò scritto a grandi lettere tra le onde del mare, colorato
del sangue di un undicenne. Così, da quel lontano 1807 i gallipolini più devoti, nei giorni dedicati alle cele-
brazioni, non si avvicinano al mare perché “Santa Cristina porta la steddha”. A Manfredonia, in provincia
di Foggia, il giorno sfortunato è invece il 16 luglio, quando si festeggia la Madonna del Carmine. Nelle
abitudini comuni del Ferragosto, infatti, prevale la memoria pagana delle
vacanze d’agosto nei riti festanti, e nei falò sulla spiaggia echeggia l’antica
usanza dei riti purificatori di mezza estate che i contadini praticavano ac-
cendendo fuochi per preparare la terra ai nuovi raccolti. Il falò rappresenta
ancora oggi il simbolo di buon auspicio, fuoco purificatore in cui ardere il
passato, sperando, poi, in uno raggiante futuro. E il castigo rappresenta un
ottimo espediente per riportare il popolo sulla retta via per chi trasgredisce
la festività religiosa. Un atto vendicativo, quindi, e un severo avvertimento
per chi non rinuncia agli eccessi pagani. Oggi documentiamo con stupore
che qualcuno evita di spostarsi in auto in quella giornata perché si sostiene
che: “A Ferragosto gli incidenti aumentano, molti alzano il gomito e i rischi
connessi alla balneazione sono maggiori a causa dell’aumento del numero
di bagnanti”.
Bene, dopo aver analizzato le origini di questa Festa, tra riti religiosi e usan-
ze pagane, resta forte il desiderio di vivere questa giornata in maniera spen-
sierata, in compagnia di familiari e amici, come momento estivo di aggrega-
zione e ricongiunzione, tra un buon calice di vino, allegria e follie di mezza
estate.
Buon Ferragosto a tutti!
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