Page 28 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2021
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cLELIA MOsCARIELLO



               FUOCO SACRO

               “Quanta luce emani quanto non ti importa più nulla del mondo e dei suoi sporchi affari,
               quanto biancore e quanta purezza acquista la tua aura quando non ti interessa più degli
               obiettivi,
                abbagli solo quando decidi di restare te stessa, insieme alle tue schegge impazzite di po-
               esia selvaggia,
               senza la banalità delle buone maniere,
               senza quei maledetti “così e se vi pare” che ci hanno insegnato per non dispiacere,
               senza la giravolta infernale e ridondante di filtri compiacenti e di meccanismi seduttivi,
               senza l’ansia da prestazione di ottenere quel determinato risultato, senza la noia del gala-
               teo, senza il trucco e senza nemmeno l’inganno,
                senza tutta quella zavorra che ci si trascina insieme alla voglia di piacere,
               perché quando ti si spegne la luce negli occhi, non esistono dei che possano illuminarti
               l’anima di nuovo,
               perché se un Dio esiste, quello si trova proprio nello scintillio dei tuoi occhi,
               si posa sulla smorfia delle tue labbra contorse senza nessuna intenzione di accondiscen-
               dere,
               nel tuo sguardo perso senza la consapevolezza di essere osservata,
               senza regole, senza suggerimenti e senza indicazioni, ma soprattutto senza aver seguito
               nessun consiglio,
                lì ci sei tu, senza dar conto a nessuno, libera, fiera, selvatica Amazzone quanto ribelle
               Regina,
               sappi che tu sei dentro tutti i “No” che dici, sei tu solo nei moti eversivi della coscienza,
               come nelle rivolte magiche ed energiche del tuo subconscio,
                solamente lì sei davvero tu e non tutto attorno,
               tu non ci sei nei fari accecanti ma ciechi di questa metropoli ottusa,
               che avanza nella nebbia, senza voler conoscere la verità ed il suo chiarore,
               senza volere scorgere la poesia tra i passanti,
               senza provare a scovare la bellezza agli angoli dei marciapiedi,
               città che persevera presuntuosa a chiamare regno il suo tor-
               pore,
                e tu non lasciarti sopraffare dal suo fango,
               tu non devi farti vincere dai suoi silenzi torbidi,
               è questo un mondo grigio, ed informe quanto infame,
               e tu, tu non devi diventare uguale a loro,
               perché sarebbe sì sacrilegio non ascoltare la propria essenza,
               e tu sei fuoco sacro,
               allora accendi la tua scintilla e lasciala brillare,
               lasciala splendere ancora,
               e poi ancora,
               e poi sempre.”










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