Page 27 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2021
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PAROLE INFINITE
                 rispettavano ogni anno un'antica tradizione.»
                 «Ma di questo non me ne avevi mai parlato papà!»
                 «Hai ragione. Ma ora è arrivato il momento di farlo. La notte di luna piena prima del
                 raccolto il nonno mi portava alla vigna e mi invitava a raccogliere tre chicchi d'uva
                 da mangiare uno alla volta esprimendo per ognuno un desiderio. L'unica regola era
                 che il primo doveva essere la richiesta di un raccolto straordinario che riempisse
                 tutte le nostre botti col vino più buono d'Abruzzo. Mio padre era un uomo solare
                 che non si era mai risposato ma che era riuscito a ritrovare la serenità forse proprio
                 grazie al mio amore e a questa vigna. Negli ultimi tempi, però, da un momento
                 all'altro aveva perso la sua vitalità, si era chiuso in se stesso. Quell'anno non si era
                 nemmeno ricordato della tradizione. Ero stato io, un ragazzino di appena dodici
                 anni, a ricordagli che quella sera sarebbe stata la notte tanto attesa. Lui stranamente
                 voleva interrompere la tradizione, non voleva andare. Fui io ad insistere. Una volta
                 qui cominciammo il rituale e siccome lo vedevo così triste decisi di dedicare il mio
                 secondo desiderio proprio a lui. Chiesi che potesse essere felice, magari vicino ad
                 una donna che lo amasse come lo aveva amato mia madre. Tornati a casa durante
                 la notte si spense nel suo letto. Fui io a trovarlo la mattina successiva. Nelle mani
                 stringeva un foglio accartocciato ancora umido di lacrime. Sgomento lessi queste
                 parole: "Cara Marta, non posso credere che tu mi abbia lasciato proprio ora. Eri in
                 procinto di prendere i voti quando ti ho incontrata. Al primo sguardo capimmo che
                 eravamo fatti l'uno per l'altra. E quando sei riuscita a prendere una decisione, hai fi-
                 nalmente lasciato il convento, proprio poco prima di diventare la sposa del Signore,
                 lui ti ha chiamata a sé. Non so nemmeno io perché ti scrivo. Forse nella speranza
                 che il mio dolore ti arrivi e che tu da lassù possa alleviarlo in qualche modo con le
                 tue preghiere."»
                 «Papà mi spiace tanto.»
                 «Ero distrutto, quasi me ne facevo una colpa. È stata poi la zia a farmi capire che
                 lui era andato a raggiungere quel nuovo grande amore per starle vicino come avevo
                 chiesto io nel mio desiderio espresso nella vigna. E lì avrebbe incontrato anche la
                 mamma e sarebbe stato felice. L'amore lassù, è un amore diverso, senza confini.
                 Quella notte mi rasserenai e una volta addormentato lo vidi salire al cielo con due
                 donne fasciate di luce che dall'alto gli tendevano la mano. Nonostante questo, però,
                 la tradizione si interruppe, io e lo zio non ce la sentimmo di continuarla.»
                 «Però è un vero peccato papà, era una tradizione bellissima! Che dici se ricomincia-
                 mo noi? Dai esprimi un desi-
                 derio!»
                 «Vieni tesoro, lasciati abbrac-
                 ciare. Forse è proprio  nella
                 speranza  di sentirti  pronun-
                 ciare queste parole che ti ho
                 portato qui.»













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