Page 75 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2022
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ALISA MILANI
IO E I MIEI CAPELLI
Non avendo avuto una famiglia agiata alle spalle, ho sempre dovuto rinunciare a quasi tutti
i sogni di una ragazza consapevole che la vita è fatta di rinunce e sacrifici; quindi, l’assun-
zione a tempo indeterminato che mi permetteva di spendere senza rinunciare troppo, mi
portò la possibilità di togliermi qualche sfizio. Ho sempre amato curare i miei capelli, averli
molto lunghi e lisci faceva si che potevo cambiare pettinatura facilmente e se avevo pensato
sempre da sola alla loro cura, iniziai a sentire il beneficio di affidarmi alle mani sapienti della
parrucchiera. Cambiavo look almeno due o tre volte a settimana; facevo le pettinature più in
voga negli anni 70/80 e utilizzavo molto le perline per adornarle. Ricordo particolarmente
le treccine alla Bo Derek adornate con tanti coralli coloratissimi che mi facevano sentire una
star, a me che sin da ragazzina mi son sentita dire che non avrei trovato nessun ragazzo per
quanto ero “brutta”! Insomma, i capelli mi facevano sentire diversa. Stavo iniziando a miglio-
rare il mio aspetto e un giorno, avendo avuto l’invito per il festeggiamento di un compleanno
di un’amica dove ci sarebbe stato un ragazzo che mi piaceva tanto, decisi di farmi i capelli
ricci, la cosiddetta “permanente” … Avevo già fatto, diverse volte, una leggera ondulazione
e il risultato era stato piacevole; quindi, la decisione per i ricci la presi convinta anche se la
parrucchiera mi aveva sconsigliata. Una seduta alquanto lunga e laboriosa. Negli anni 75 non
c’erano i mezzi di oggi ma aspettavo di vedermi ancora più “bella” e quindi attesi con ansia
di vedermi allo specchio! Dopo ore di lavoro, finalmente la mia immagine riflessa sul grande
specchio mi fece sussultare e non credendo ai miei occhi, quasi cercavo me stessa pensando
ci fossero due persone diverse! Oddio…che orrore, non mi riconoscevo, mi guardavo, mi
toccavo, mi avvicinavo allo specchio cercandomi. I miei amati capelli non erano più gli stessi,
il mio viso non era più lo stesso. Sembravo una pecorella prima della tosatura e non solo! mi
davano un’aria volgare da “femmina peccaminosa”. La parrucchiera mi guardava e cercava di
consolarmi e suoi tentativi di metter rimedio a un groviglio di ricci, peggiorava la situazione.
Io stessa non sapevo cosa fare, dovevo accettarmi oppure cambiare totalmente. Ricordo d’a-
ver visto lo sguardo quasi di pena di Lucia e allora scoppiai in una risata liberatoria; ridemmo
tanto per la situazione e presa la decisione di tagliare i miei adorati capelli, mi ritrovai in una
serata a vedere tre facce di me oltre che fisiche anche interiori. Mi ero lasciata condizionare
da un cambiamento talmente stupido e insignificante e per qualche ora io stessa avevo dato
importanza al giudizio altrui sul mio aspetto fisico. Fu faticoso per me accettarmi con una
faccia diversa e capelli corti ma dopo una stiratura settimanale, passati i mesi, gli anni, ritrovai
me stessa con la consapevolezza che la bellezza sta’ dentro di noi e non nell’aspetto fisico che
può migliorare o peggiorare per le nostre decisioni. Forse per qualcuno non è un racconto
importante ma per me ha cambiato il mio modo di guardarmi, sempre allo specchio sì, ma
quello dell’anima e soprattutto iniziai a capire quanto fosse importante accettare con un po’
d’ironia i fatti della vita.
In-Human-David-Walker-Bateman’s-Row-Londra-
©-Marie-Aschehoug-Clauteaux
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