Page 25 - RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2024
P. 25

Emanuel Fatello




 C’E’ ANCORA SPAZIO PER I VERSI



 NEL QUOTIDIANO?






 Chiudere gli occhi ed ascoltare il cuore, scoprendo che tra un battito e l’altro, riesce a
 comunicare con i versi, quasi avesse bisogno di una lingua diversa per essere compreso; o

 forse solo per raccontare qualcosa di differente dal linguaggio freddo ed inespressivo di una

 realtà che riesce ad emozionarci sempre meno.
 Il bello della poesia è innanzitutto quello di essere alla portata di tutti per leggerla o produrla;

 inoltre è in grado di eternare e come ogni forma d’arte risulta interpretabile, capace di regalare

 vibrazioni e regalarsi forme differenti a seconda di chi accetta di fermarsi ad ammirarla,
 voglioso di perdersi in essa.

 Ci sono poeti che possono banchettare col nettare degli dèi ed altri che si accomodano

 alla trattoria del popolo; in comune però ci sono gli ingredienti principali: la passione

 e l’emozione. La poesia aiuta ad essere sé stessi, ad esprimersi come meglio si crede, ad
 essere parte integrante di un gruppo alimentato dalla stessa passione, a non sentirsi diversi

 o comunque diversi come sono tanti, senza sentirsi sbagliati. Ti guardi in uno specchio,

 possono esserci difetti o imperfezioni, ma quello sei tu realmente; così fa la poesia: ti
 permette di essere ciò che sei e impari ad accettarti, vedendo così nel confronto, che anche

 gli altri sono imperfetti. Queste imperfezioni non sono difetti, ti rendono unico, ti rendono

 te stesso, e ti rendono vero agli occhi del mondo.

 La poesia inoltre, attraverso vari canali, quali facebook e non solo, mi ha donato incontri
 meravigliosi che altrimenti mi sarei negato: persone, ancor prima che personaggi, splendidi,

 che andrebbero studiati sui libri di letteratura e che io posso vantarmi di avere come amici;

 compagni di viaggio, lungo la strada della poesia, capaci di arricchirsi a vicenda, poiché
 spesso il percorso conta più della stessa meta.

 E allora sì, i poeti servono ancora, oggi forse più di ieri: rappresentano una cassa di risonanza,

 raccontando ciò che avviene nel mondo, ma alla loro maniera.
 Un sarto sceglie la stoffa migliore che poi deve tagliare a misura; uno scultore prende un

 bel blocco di pietra valido ma poi deve lavorarlo per tirare fuori quello che forse è già nella

 pietra; un musicista ha tante note a disposizione ma se non le mette bene in fila non esce
 musica, solo rumore. Così fa il poeta: dispone di parole, le mescola con le emozioni e prova

 a raccontare ciò che in tanti vedono, ma non guardano né percepiscono.

 Ed ecco che la poesia si mostra capace di dare un valore diverso a qualcosa che non ha
 prezzo: la nostra anima.
 Questo in fondo è il poeta.


 “Non è certo meglio, ma peggio nemmeno

 di tanti viandanti lungo quel sentiero;
 a volte si ferma, un poco si posa,
 non corre bramando un altro confine,

 s’inebria gustando il profumo di rosa
 incurante del sangue dovuto alle spine”.


 Emanuel Fatello






















 24   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                        25
   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29   30