Page 85 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2022
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CAROLA CEsTARI



 FEMMINA BASTARDA  SUDORE E SALITE


 Aguzzò lo sguardo: era lei.   Macinava la strada ad ogni pedalata. Sudore, fatica e polvere erano il pane di ogni giorno:
 Abitava lì vicino e usciva ogni giorno alla stessa ora. Era il suo tipo:   per null’altro, se non per il desiderio di rivalsa. La vittoria era il suo obiettivo, la fama il suo

 giovane, bruna e snella.  dio.

 Le avrebbe insegnato chiaramente le regole del mondo: chi coman-  Dal paese di campagna e dalla nidiata di fratelli con cui aveva spartito quello che la guerra
 dava e chi ubbidiva, i maschi e le femmine. Si meritava una lezione   aveva risparmiato, lui era emerso come dopo un tuffo da un fiume gelato, verso una nuova

 per lo sguardo altero e l’andatura sfrontatamente sicura.   vita.

 E lui era pronto a dargliela.  “Ancora una vittoria” diceva “per dimostrare quanta strada ho percorso e dove arriverò. Per
 Sola, ferma all’incrocio, sembrava attendere qualcuno, probabil-  mio padre, che mi ha lasciato in fasce, partendo per la guerra, e ritrovato ragazzo. Per mia

 mente il compagno. Era il momento giusto per colpire: sarebbe   madre, indurita dalla fatica dei campi”.

 stato rapido e l’avrebbe colta di sorpresa.  Ma la bicicletta è tiranna e non dà tregua: inaridisce la pelle sotto il sole d’agosto e gela le
 Si sarebbe divertito: la sua superiorità fisica era evidente, frutto dei lunghi allenamenti mat-  ossa nelle tormente di montagna. Pedalando soffriva e malediceva la sorte, perché in fondo,

 tutini. Amava le prove di forza: rafforzavano il suo ego.   sulla vetta era solo: non aveva con chi spartire le arrampicate e la gloria.

 In fondo, era palese che le femmine se lo meritassero. Bastarde.  Correva per colmare il vuoto che lo corrodeva, riempiendolo con l’entusiasmo dei tifosi e il
 Si avvicinò di soppiatto, pronto all’azione.  calore del pubblico, ma il tempo non bastava a curarne gli squarci, rattoppati con il filo della

 Lei percepì la sua presenza con la coda dell’occhio, da lontano. Aveva sempre avuto un’otti-  determinazione. L’adrenalina era una droga che reclamava impietosamente sfide sempre più

 ma vista, ereditata dal padre esperto cacciatore. Comprese le sue intenzioni e lentamente si   impavide e le vittorie trasudavano insieme gioia e amarezza.
 girò.           Un giorno la montagna lo tradì e si risvegliò in un letto d’ospedale, guardando al suo futuro

 Quattro zanne aguzze e affilate comparvero all’improvviso, mentre un ringhio gutturale,   come a un tunnel buio. La bicicletta fu appesa a un chiodo: niente più gare, più nessun tra-

 selvaggio e primitivo, vibrava nell’aria.  guardo. Pensò di non valere più nulla.
 Il giovane maschio si bloccò all’istante. Capì che la sorpresa non era più tale, mentre la me-  Fu a quel punto che incontrò un’ombra gentile, conforto alle sue ore più buie. Lei, minuta

 ticcia, splendido incrocio tra un cocker e un lupo, appuntiva la coda, drizzava le orecchie e   e fragile, ma con un cuore grande e capiente per due. Lei che su una bici non c’era neppure

 dilatava le pupille. Pronta a trasformare l’incauto cacciatore in una stuzzicante preda.  mai salita ma la vita l’aveva sofferta a lungo.
 Il cane batté velocemente in ritirata, sollevando nuvole di polvere tra una falcata e l’altra,   Si sostennero vicendevolmente, curandosi con dedizione: capirono che in due era più facile

 mentre malediceva tra sé la spavalderia femminile dei tempi moderni.  costruire ponti solidi per il futuro, volgendo la solitudine in una rassicurante presenza.

 La giovane controllò che fosse ben lontano prima di tornare dal suo umano, fiera che la   Ma dovette ricominciare da capo, anche ad imparare. Ci furono ancora fatiche improbe e
 madre le avesse spesso consigliato di affrontare le difficoltà della vita tenendo gli occhi ben   notti insonni, ma i risultati non tardarono ad arrivare.

 aperti e sfoderando il più smagliante dei suoi sorrisi.  Fu facile? Per nulla. Scelse la strada giusta? Lo capì col tempo.
                 Imparò l’arte di far volare i sogni tra una città e l’altra, tra un figlio e il successivo. Lei inve-
                 ce, apprese la pazienza, quando i demoni tornarono a tormentarlo e a sfidarlo nell’oscurità.

                 La vita gli arrise negli anni, anche senza pubblico e fama, con il cuore più leggero e l’animo

                 pieno di progetti e desideri.
                 La bicicletta gli rimase sempre amica, nel tempo libero e in quello passato con i nipoti,

                 mentre l’esistenza gli dimostrava che le vittorie più importanti sono quelle ottenute per chi

                 ami.
                 Imparò che non è campione solo chi conquista le vette più

                 elevate, ma anche e soprattutto chi, seppur cadendo, le
                 cime le conquista ogni giorno con costanza e dedizione.

                 Perché i traguardi più ambiti sono quelli più semplici, du-

 Street-Art      raturi e veri.
                 E non si raggiungono mai da soli.




                 ISPIRATO A UNA STORIA VERA


























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