Page 83 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2022
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E che dire della notte trascorsa in una sorta di accampamento, dove anche il luogo per desinare si trovava
all’interno di una tenda? Poco prima di coricarci un’energica mongola si presentò nella nostra gher con
una catasta di legna portata a braccio. Con gesti eloquenti ci fece capire che intendeva accendere la stu-
fa situata al centro dello spazio tendato. Mio marito rifiutò l’offerta, lei insistette. All’ennesimo rifiuto lei
sconsolata girò i tacchi. In effetti non ci pareva salutare accendere il fuoco in una tenda fatta di tessuto di
lana e legno. Soltanto durante la notte mi accorsi della scarsa avvedutezza della scelta. Benché dormissi
praticamente vestita in un’avvolgente tuta, sotto un caldo piumino sovrastato da una pesante coperta co-
lorata e con spessi calzettoni ai piedi battevo i denti dal freddo. Nessuno ci aveva detto che a dispetto del
mese - era settembre - di notte la temperatura scendeva di alcuni gradi sotto lo zero.
Sostituzione dei carrelli (foto di Franco Fornaci)
Nella storica stazioncina dal nome impronunciabile, Chinglungchiao, situata nella provincia di Pechino
dove, approfittando della fermata ci siamo precipitati giù per immortalare il luogo con uno scatto fotogra-
fico, sul massiccio retrostante già si intravedeva un tratto della Grande Muraglia Cinese, opera imponente
considerata una tra le sette meraviglie del mondo moderno. Dopo tre giorni trascorsi a Pechino, una me-
Gher (foto di Franco Fornaci) Mungitura di una cavalla galopoli moderna e affascinante soprattutto per la meravigliosa
Il giorno successivo, prendendo nuovamente posto sul treno, mandrie di cammelli, distese di arbusti, Città Proibita, sede imperiale durante le dinastie Ming e Qing, e set cinematografico dell’indimenticabile
solitarie stazioni, scuole campestri, pietre e, in alcuni tratti, sorprendenti rocce di colore ocra o addi- film di Bertolucci, L’ultimo imperatore, purtroppo ci attendeva il viaggio di ritorno in aereo. Undici ore di
rittura rosso si offrirono alla nostra vista. L’ultimo tratto, invece, sovrastato da una trapunta di fulgide volo fino a Vienna e un paio per giungere a Roma.
stelle ci offrì un mirabolante spettacolo notturno del deserto del Gobi.
Deserto del Gobi
Stazione di Chinglungchiao in Cina Pechino: città proibita (foto di Franco Fornaci)
Arrivati a Erenhot, ultimo avamposto mongolo nel deserto del Gobi e punto di sosta obbligatorio, pri- Un sogno meraviglioso, che si era protratto per ben dodici giorni in luoghi incantevoli, quasi ai confi-
ma di entrare in Cina abbiamo assistito all’alacre, assordante e lungo lavoro di una moltitudine di uomi- ni del mondo e dell’immaginazione, in meno di ventiquattrore si dissolveva riportandoci alla realtà di
ni impegnati nella sostituzione dei carrelli ai vagoni necessaria per il differente scartamento ferroviario sempre, al caos della città, alla ripresa del lavoro e alla routine giornaliera. Ma quel sogno lo custodisco
tra i due Stati: 1520 mm quello russo-mongolo, 1435 mm quello normale usato in Cina. ancora nel cuore e se chiudo gli occhi sento lo sferragliare del treno, i lunghi fischi, i sobbalzi lungo le
traversine e rivivo appieno, con nostalgia e un fremito d’emozione, l’intero percorso.
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