Page 2 - RIVISTA NOVEMBRE 2024
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TRA FALSI FAKE E VERITÀ CELATA




                                                                                         In fondo a una bugia, celata, c’è una verità

                                                                                         che  non  si  puo’  dire  e  in  ogni  fiaba  la
                                                                                         morale tende a predominare sul racconto.

                                                                                         Questo  è  quello che  Walt Disney

                                                                                         pensò quando inventò la mitica figura di
                                                                                         Paperino.

                                                                                         Il personaggio fu creato dallo  studio

                                                                                         Disney nel 1934,  dal 1936  ebbe una

                                                                                         identità propria, disegnata da A. Taliaferro
                                                                                         e dal 1943 da C. Barks (1901-2000), che

                                                                                         ne  fece  il simbolo dell’uomo  comune,

                                                                                         sfortunato ma sempre pronto a sfidare la
                                                                                         sorte con iniziative spesso fallimentari.

                                                                                         La raffigurazione dell’uomo sotto forma

                                                                                         di caricatura attraversò generazioni,

                                                                                         accompagnando  i  bambini  fino  alla
                                                                                         loro  età maggiorenne. Una  silente  ma

                                                                                         costante iniezione di fiducia in sé stessi, di

                                                                                         addestramento alle avversità, faceva ridere
                                                                                         nelle sue mille peripezie chi lo guardava,

                                                                                         ma lo scopo  dello stesso  “giornaletto”

                                                                                         era proprio quello di non arrendersi mai,
               provando e riprovando dove si era sbagliato. Il confronto con lo Zio Paperone ricco sfondato e

               lui poverissimo era il contrasto societario che accompagnava gli anni del dopoguerra, evolvendosi

               dalla carta a piccoli filmati, più o meno lunghi….
               Cominciò a perdere il suo centralismo quando si trovò a essere contrastato dai telefilm giapponesi,

               uno su tutti Sam Pei.

               Totalmente opposto, dove un saggio anziano trasmetteva la propria conoscenza al ragazzo.

               Poi venne Ken il guerriero, super palestrato, imbattibile, e così violenza e azione si affacciavano
               sulla breccia di una nuova generazione.

               Fu la volta di Bruce Lee e i suoi film invasero schermi e cinema, azione pura nell’arte difensiva

               contro l’oppressore o prepotente del momento.
               Tutti portano a dei retropensieri, al vero messaggio celato appunto in ciò che viene esposto in

               bella vista.

               Non da meno sono le fiabe, raccontate con dovizia, La bella e la Bestia, Cenerentola, Cappuccetto

               Rosso e così potremmo proseguire con un elenco infinito.
               La bella e la Bestia quando i bisogni autentici non vengono riconosciuti si è spinti alla

               compiacenza nella speranza di essere amati e nel vano tentativo di salvare il mondo.

               Questo spesso scatena la Bestia dentro di noi. La Bella digiuna e viene tenuta a digiuno, la Bestia
               si lascia morire di fame senza il suo amore.

               Cenerentola La sua morale è il coraggio di restare fedeli ai propri sogni e di credere nel

               valore della propria vita.
               Cappuccetto rosso, arrivata dalla nonna, non riconosce il lupo, si lascia ingannare da lui e finisce

               divorata. La versione di Perrault esplicita la morale della storia, e cioè che le bambine non

               devono prestare ascolto agli sconosciuti. Se lo fanno, non c’è da meravigliarsi che il lupo le
               divori.

               Il lupo rappresenta gli istinti più carnali e materiali, come ad esempio quello di riempirsi la

               pancia a dismisura, dal quale si può venire fagocitati. Il cacciatore è l’aiutante, un elemento che

               consente di fare quel passo evolutivo che appariva impossibile.
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