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GRAZIELLA DE CHIARA
LE DIVERSITÀ CHE LA SCUOLA CI IMPONE
RISPETTO AI VECCHI ORDINAMENTI
La scuola primaria e i primi anni di approc-
cio ad essa sono a mio avviso il fondamento
di un essere.
La scuola dei piccoli, in modo particolare,
negli anni ha subito diverse riforme che
hanno coinvolto alunni e docenti.
Dall’insegnante unico ai moduli; dall’orario antimeridiano al tempo pieno.
Una accortezza nei “dettagli” rivolti soprattutto all’emergere anche di diverse tipo-
logie di famiglie, dove sia il padre che la madre andavano a lavorare.
La scuola primaria è stata sempre un mondo in cui il bambino potesse trovare
quell’accoglienza in grado di sopperire alle esigenze familiari e anche un porto
dove il piccolo potesse approdare con i suoi mille perché dell’età in continua sco-
perta...
Mi vorrei soffermare un attimo per analizzare le diversità che questo nuovo mo-
dello ci offre e qual è il ruolo dell’insegnante di oggi rispetto a chi ci ha preceduto.
Un tempo l’insegnante era visto come una figura autorevole e autoritaria, con il
ruolo fondamentale nell’educazione del bambino, era stimato e se gli si fosse man-
cato di rispetto sarebbero state le famiglie-genitori a dare il giusto rimprovero ai
propri figli.
Proprio per il ruolo assunto e concesso con l’approvazione (nel rispetto e sapien-
za) ci si accostava a questa figura riconoscendo il “potere” in merito a qualunque
tipo di provvedimento disciplinare e nessun’altro interveniva nella sua decisione.
Confidando nell’imparzialità del giudizio e per il bene comune per la necessaria
crescita formativa del proprio figlio/a.
Il/la maestro/a di un tempo era considerato una persona di grande spessore cul-
turale e anche al di fuori delle mura scolastiche restava tale e come tale andava
trattato in un certo modo. Ricordando la vita in un contesto non molto lontano
(nel dopoguerra per esempio), la figura dell’insegnante era fra le prime ad essere
ricercate e inserite in eventi/manifestazioni comunitari.
La ricostruzione dalle macerie non era solo riferita ai danni che la guerra aveva
prodotto ma era anche quella voglia di modificare la comunità, elevare le persone
che della terra avevano fatto il proprio vangelo, si voleva costruire una società fuori
dall’analfabetismo.
Ricordiamo uno per tutti il maestro Manzi e la sua opera di divulgazione delle basi
primarie per introdurre alla scrittura e alla lettura della lingua italiana.
Oggi gli insegnanti si trovano invece a dover lottare proprio con le famiglie, che