Page 80 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2023
P. 80

fAbIAnA bIA cusumAnO

                                                                                                                                                                             amato e hai perduto il senso del sacro. Poesia etica e laica quella di Arminio.  Poesia che restitu-
                                                                  SACRO MINORE                                                                                               isce l’uomo del terzo millennio che si illude di dominare, possedere e controllare tutto, al nulla


                                                                   di Franco Arminio                                                                                         della sua piccolezza e paradossalmente in questa consapevolezza del suo esser nulla, l’uomo si
                “Sacra è la poesia, ma solo quando è ladra, quando ruba un poco di miseria al mondo.”                                                                        riscatta perché si riappropria della sua ineludibile e misera umanità.  “Sacro è rimanere innocenti

                Vorrei chiedere al poeta Franco Arminio, il perché intimo e profondo della scelta del titolo                                                                 grazie alla paura.” Una paura che ci rende non più i dominatori e gli artefici del nostro destino

                Sacro Minore al suo ultimo libro. Potrei farlo ma se fosse lui a svelarlo ad una poetessa che ha                                                             ma innocenti perché fratelli di sventura. Nello sguardo dell’altro troviamo i nostri occhi, nei
                incontrato tra versi e sguardi di giorni di splendore in Sicilia, forse oggi avrei poco da scrivere                                                          suoi desideri e nei suoi respiri, i nostri. Siamo innocenti perché poveri di ogni smania perversa di

                sulla sua ultima silloge. Resisto e mi fermo sulla soglia. Mi invia il Pdf. Lo assaporo. Lo leggo                                                            onnipotenza, perché la nostra vita conta quanto quella di un filo d’erba. Siamo innocenti perché

                tutto d’un fiato. Dormo con le pagine appena stampate sotto le coperte. E’ il mio rito. Lascio                                                               non affondiamo il coltello nella ferita dell’altro ma la curiamo. “Sacro è curare qualcuno guar-
                che siano le parole a svelarmi il loro segreto. Il libro di Franco Arminio è una preghiera laica.                                                            dandolo.” Siamo sacri quando guardiamo, quando accarezziamo, quando perdoniamo, quando

                Mi addentro in questa sacralità del quotidiano, ove tutto, una pianta che resiste in mezzo ai                                                                diamo infinite possibilità alla vita di sorprenderci, quando mettiamo il nostro cuore nelle mani

                sassi dei binari sui quali passa monotono e solerte un treno, un anziano che cammina per le                                                                  degli altri certi che potrà essere l’ennesimo errore, fallimento, tradimento, rinnegamento ma
                vie desolate del suo paese, suo padre che dorme sul tavolo piuttosto che nel suo caldo letto,                                                                lo facciamo lo stesso. Siamo sacri quando siamo non presunti Dei ma fragili uomini. “Sacro è

                un vitellino che nasce come un bimbo che piange di vita, è sacro. Ma questa sacralità del vivere                                                             che tu mi scriva, sacro aspettare le tue parole.” Le parole sono l’unica salvezza, l’unica benedi-
                quotidiano non è in relazione di senso o in conflittualità verticale con una sacralità maggiore,                                                             zione. Sono la misura del nostro limite e l’orizzonte sconfinato del nostro essere misteri unici,

                quella religiosa, ufficiale, quella fatta dalla Madre Chiesa e dal suo Dio. Non è un Sacro Minore                                                            insondabili, irripetibili, terre di steppa e di martirii ma terre di inaudita bellezza. Le parole non

                dunque perché ne esiste uno maggiore. Non vi è una scala di valori, né una ideologia del potere                                                              vogliono, non possono morire, questo l’anelito ultimo del poeta, il suo commiato dolce dai suoi
                che soggiace al titolo. E’ piuttosto una amara e provocatoria domanda ribaltata in asserzione                                                                lettori. Perché la poesia smentisce la morte, la sovverte, la inchioda all’eternità. E se i poeti non

                che il poeta rivolge tacitamente a tutti noi lettori. Avete dimenticato quanto sia sacra la vita?                                                            potranno guardare più con i loro occhi allora l’unica speranza è che continuino a guardare le

                Sacra in tutte le sue imperfezioni, fragilità, paure, mancanze, baratri, precipizi. Uomo del mio                                                             loro parole. “Spero che le mie parole guardino ancora, guardino al posto mio.” Il saluto bene-
                tempo hai desacralizzato il tuo vivere perché sei alla ricerca del Sacro che si occulta nel potere,                                                          volo di un poeta a tutti noi. Un poeta che non si erige mai a profeta, ma solo a sentinella vigile

                nel successo, nell’ ego ipertrofico, nella sopraffazione dell’altro? Quanto ti credi onnipotente                                                             e custode di bellezza. Un poeta che sa che non vi sono altre vie possibili per sentire e possedere

                ed invece sei cieco. Cieco di vedere che perfino una formica è sacra, che il silenzio tra le dita                                                            il sacro se non scegliere ogni giorno di essere perdutamente uomini.
                dei piedi è sacro, che il sapore dei baci è sacro, che la salute è sacra, che donarsi e concedersi

                alla bellezza è sacro. “Sacro è che siamo tutti appesi a un filo e il filo non è appeso a niente.”

                Cercare il sacro dunque nella maniera più semplice e genuina, mescolandosi tra la gente che
                racconta storie, ascoltando morti che non ci sono più eppure non vanno via, visitando gli

                ammalati, costruendo stanze per i profughi. “Sacro è scrivere la frase che Dio non ha scritto.”

                Ecco svelato il senso profondo del titolo. E’ la poesia che completa l’opera di Dio. E’ la poesia
                che salva dalla distruzione, dalla ferocia di perdere la memoria. Siamo stati creati per aiutare

                Dio a rendere questa umana esistenza migliore, più sopportabile, più docile, meno spietata e

                crudele. E’ l’uomo che si eleva verso Dio e gli tende una mano. “Sacro è quando ti senti così
                ricco che chiedi a Dio se gli serve qualcosa.” Nessuna presunzione, nessuno orgoglio. Sacro

                Minore è l’uomo stesso che dialoga con Dio. L’uomo tocca, abbraccia, guarda, accoglie, ascol-

                ta, ama nel suo amplesso profondo con l’altra creatura. E nel suo toccare rende sacro perfino
                il respiro, la voce, il fischio di un pastore, la foschia, il volo di una rondine, il sapore dei baci,

                la neve, il silenzio, i giorni della lotta e quelli della disfatta. Ogni sentimento, ogni emozione,

                ogni moto d’anima, ogni ferita, tutto è benedetto e reso sacro dalla mano del poeta che con-
                giunge ogni geografia umana, fisica, naturale, esistenziale nella galassia sconfinata dell’umano

                esistere. “Sacro è sapere che il mondo si regge sulla tua gioia più che sulle tue lacrime.” Sacro

                è gioire con gli altri, per gli altri, in una catena di fraterna solidarietà, senza alcun confine, li-
                mite spazio-temporale, recinto, cupola, torre, etnia di appartenenza. Sacro Minore dunque è

                un viaggio di ascesa verso il cielo proprio quando ti allontani da esso e sprofondi nella miseria

                umana. Più sei consapevole di essere povero, fragile, sperduto, confuso, imperfetto, più scopri
                quanto la tua anima sia un grammo di infinito, un grammo di cielo.  Entri nei versi di Franco

                Arminio in religioso silenzio come si fa quando entri in una chiesa scordata ai margini di un

                paese lontano. Entri e piuttosto che ammantarti di riti purificatori che ti salvano e ti assolvono,
                ti senti nudo. La poesia di Franco Arminio ti spoglia, ti denuda da ogni eccesso di superbia

                e ti suggella in una dimensione eterna di sacralità che ti raggela e scalda la carne allo stesso

                tempo. Comprendi che hai bestemmiato la vita non toccandola con gentilezza, che non hai
                amato abbastanza il vicino, il compagno, il concittadino, il passante, lo sconosciuto. Non hai






                80   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       81
   75   76   77   78   79   80   81   82   83   84   85