Page 41 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2022
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iRIs vIgnOLA




 AVEA 'L CIELO, NEGLI OCCHI   TERSICORE DANZANTE   CH'EA LO AMMANTI DI LEGGENDA...              CONTO I TESORI DEL MARE

 Ritto e scattante parimenti a un grillo,  Deposte in cesti,
                               Trasparent'è 'l pensier dello scrittore,
                                                                                                      Conto i granelli di sabbia,
 ei correa a perdifiato al vertice d'arcobaleni,  stelle cadenti conducea seco,  ch'ha le ali del color pari a un folletto,  che mi separano dal mare;
 in cerca d'ammalianti tesori occultati,  ond'evitar di privarle al cielo;  quando sete di sapere lo circuisce.  anelo le spumose onde,
 da sparpagliar sopra 'l mondo di sotto.  meri tesori,  Assetata, la sua mente...                 carezzanti la pelle ancor candida,
 che non svanisser in barlumi di fulgori.                                                            dal peculiar sapore di sale.
 Saltando da un colore all'altro,  Minuti Putti angelici ne seguian l'orme,  Soggiogata, alla ricerca della fonte.
 tingendosi d'iridescenti sfumature,  nascostamente saltellando,
                                Conoscenza scaturisce e lo disseta,
                                                                                                   Nella bramata acqua cristallina,
 si screziava di smeraldo e lapislazzulo,  parimenti a bimbi divertiti.  allorché stilla fuoco la scintilla dell'amore,   del ceruleo ciel liquido specchio,
 a rievocar l'immanente mar immane,          nelle vene,                                                      m'immergo.
 nonché d'arancio,  Su scale ascensionali,  divampante come rogo,
 a rimembrar spicchi di succoso frutto,  con lievi passi, pressoché danzati  nell'accender quel suo cuore cantastorie,  Sulla rena e ne fondal, cerco conchiglie,
 prim'ancor del rosso sanguigno vitale,  e di libellula parvenza,  rivestito sol da varie sfumature.  onde, all'estasiato udito, poggiarle,
 oltre a nuances di profumate viole  canticchiando allegramente,
 e dell'oro impreziosente l'astro solare.  su melodia nascente da vibranti corde d'arpe e lire,  Differente da ogni altro nel sognare,  giacché ne fuoriesce il sussurro del mare.
 che facean estasiar chi avea l'udito fine,  nutrimento dell'eclettico intelletto,             Sprofondata nell'opaco abisso infinito,
 Viaggiava sulla scia delle comete,  riponea ogni astro stellar al proprio posto,  sa scovar il sentimento,                                                                                                                                        ne conto i sassi, tutti gli anfratti,
 ond'accender le palpitanti stelle,  dov'ea 'l vuoto dianzi generato.             nel profondo d'ogni spirito ch'indaga.  le stelle e i cavalli marini,
 similmente a scintillanti cuori,
 al fin di far risplender la notte sì bruna.  Sorridea,  Ammalato dell'astratto,               le radicate alghe, al sole sconosciute...
                                                                                                             e all’inverso.
 gemmando 'l morbido velluto nero,
                                    di realtà non s'accontenta,
 Prono sovra densi cumuli di nubi,  che s'accendea subitamente di risplendente luce,        qual saccente narratore, ch'ha la penna per amica,      I pesci dai mille colori, purpurei coralli,
 poscia si perdea ad ascoltar la marmorea luna  allorquando ripulsavan stelle.  volteggiante nella mano, ricercante 'l proprio foglio prediletto  perle pregiate, in ostriche occultate,
 narrar antiche storie accattivanti,  Alfin, ea cinse in vita un panier d'iride fulgente,  ond'imprimerlo d'effluvio dell'inchiostro.  dal biancor luminescente
 d'amor e di passioni  che sparse in opulenza, celestial Musa,                                o, viceversa, d'oscura tenebra tinteggiate.
 e, nel pensier,  Tersicore danzante,
                             Impazient'esso attende e vuole in sposa,
 ei s'illudea d'esser cavalier di cappa e spada,  oltre a olezzi floreali,  per comporre un'altra storia o un'altra prosa.  Avvisto tesori naturali,
 bramato eroe della donzella ambita.  di screziati petali profusi largamente.
                              Generar alfin un nuovo figlio ambito...                       preziosi reperti, ad antichi velieri, depredati,
                                                                                         da quei battenti bandiera pirata, a quei dei Corsari
 Compiacente del rivelar segreti,  Straripanti colori variegati,  Com'anela lo scrittor, forse poeta delirante,  neri.
 Selene gongolava,  sull'incancolabil vie del firmamento.
                                 nel bramar sì fluttuante Fantasia,
 intanto che lo rimirava, un tantino stranita,  diletta amata, che lui adora alla follia,       A malavoglia, in superficie riemergo,
 dacché 'l suadente viso, testé dinanzi,
 non riflettea momentanea penombra,  rinunciando a tutto ‘l resto,                                                                                                                                         ove le mie chiome, zuppe d'acqua, scrollo,
                                                                                                 intanto che al declino d'orizzonte,
                                          al mondo intero,
 m'avea l'intero cielo adamantino,                                                      la volta celestial, andante in sposa al mar, osservo...
 intra i curiosi occhi cerulei, alquanto sbarazzini.  sol per un etereo bacio, che lo colga all'improvviso,  connubio sì perfetto, che m'illude di sognare,
                             onde donar alla sua arte nuovo impulso.
 CARAMELLE SUL SENTIERO                                                                               mentre il sole, accalorato,
                                  Ch’ea lo ammanti di leggenda,                                     fa il suo tuffo, all'imbrunire.
 Lesti, teneri piedini,
 BRILLA LA LUNA, CANTAN LE STELLE  - uscit'innanzi dai letti immacolati -  ricamando 'l proprio tessuto variopinto.
 calcavan sovente lo sterrato sentiero,
 Avea lo sguardo languido,
 ordinatamente, in fila indiana, disposti.
 intanto che lo volgea al cielo nero.  A due a due, coi visi ancor assai assonnati,
 Nulla attendea, nella sua danza,
 bimbi a seguir compagni;
 d'esser, capiva, del mare, un'onda.  'l comune sguardo ricercava i nani,
 frattanto che l'amica voce raccontava.
 Di spuma candida, la lunga veste,
 dolce libellula, figlia del mare.  Catapultati in una fiaba!
 Cresce la notte, alita il vento,
 s'è addormentato or il silenzio.  S'inerpicavan intra la natura verdeggiante,

 solcavan lietamente 'l ponte del vispo torrentello.
 Brilla la luna, cantan le stelle,  Scendeva e risaliva, 'l dolce sentiero impervio,
 nell'orizzonte, ch'appar sì finto.  a tratti pianeggiante,
 S'eleva, nell'incanto d'arabesque.  disseminato da cospicue caramelle variopinte,


 Le voci s'appropinquan, di sirene.  di cui riempir le tristi tasche sgombre.
 D'Angeli, s'ode, superba, l'orchestra.  Tavolinetti,
 Vivi plausi, dalla Sfera Celeste.
 con sedioline all'apparenza vuote,
 nella radura silenziosa,
 la qual, nostro vociar esuberante sconquassava.

 Gettand'illusioni a destra e a manca,
 ci avevan precedut'i finti nani,
 pria di riposarsi brev'istanti,
 dacché ean già fuggiti per donde ean venuti.

 Mistero mai risolto, quel sibillino arrivo!
 Indubbiamente, amor per i bambini,
 se ambivan, di tanto in tanto, a rinnovarlo,
 per sparger caramelle sul sentiero,
 al fin d'immaginar molti sorrisi,
 quei nani birichini,
 nonché decisamente imprevedibili






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