Page 40 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2021
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IL GRIDO
                                                             TU CHE NE SAI
                                                             della mia follia
                                                             di me
                                                             sole stanco al tramonto
                                                             Rifiuto ingombrante
                                                             che nessuno raccoglie
                                                             Foschia perenne
                                                             di giorni sempre grigi
                                                             tutti uguali
                                                             Tu che ne sai
                                                             di coloro che
                                                             muoiono lentamente
                                                             sulle panchine
                                                             d'un cortile d'ospedale
                                                             Tu che ne sai
                                                             di un letto di contenzione
                                                             delle mie maree mentali
                                                             dei miei amori
                                                             amati invano
                                                             TU CHE NE SAI













                         SENZA SAPERLO               tamburi e fogliame.         La battaglia aspettava
                         Nacque un neonato e         Un grido di battaglia       la luce del giorno
                         per la foresta si sparse    ruppe il collo ad           per dipingere i visi
                         un grido di acque, sassi, un'antilope africana.         di bianco e nero.
                                                          Criniera di leone      Giunse l'alba da dietro
                                                          come                   un canneto a incendiar-
                                                          canne al vento,        lo
                                                          sbatte                 di speranza.
                                                          le fauci, grondan-     Corsero fuori i bimbi:
                                                          do                     nudi come il primo
                                                          sangue.                giorno, con gli occhi
                                                          Gesti tribali per-     lucidati a cera e i
                                                          cossero                denti d'avorio puro.
                                                          la notte tra fuochi    Possedevano il Mondo
                                                          accesi e parole        e del sorriso: l'incanto.
                                                          fugaci.                Senza saperlo!







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