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tratta di un breve scavo cieco che non conduce a nulla pertanto è stato bloccato. Nel
                  1980 Mark Lehner e Zahi Hawass, avvalendosi di quanto riferito da Mohammed Abd
                  al-Mawgud Fayed, che aveva lavorato da ragazzo nel 1926 con Emile Baraize, hanno
                  localizzato un passaggio nella pietra che parte dalla crepa sul retro della Sfinge e si
                  protrae per circa 9 metri. Il passaggio scende al di sotto del corpo della Sfinge e rag-
                  giunge la falda che si trova al di sotto. Una parte del passaggio si snoda sotto la Sfinge
                  prima di giungere a un vicolo cieco a circa 4,5 metri sotto il livello del suolo. Al suo
                  interno non è stato rinvenuto nulla se non un paio di scarpe vecchie, probabilmente
                  dimenticate da qualche operaio durante la ripulitura organizzata da Baraize. Johannes
                  Helferich, nel 1579 d.C. descrisse la Sfinge come una donna che rappresentava la dea
                  Iside, raccontò inoltre che esisteva un passaggio che portava all'interno della testa da
                  dove i sacerdoti egizi usavano parlare al popolo. Helferich non si recò mai in Egitto
                  limitandosi a riportare una delle tante leggende popolari. Ma non è finita qui, non si
                  può dire che la Sfinge sia avara di misteri. Negli anni venti del '700, Thomas Shaw
                  scoprì un foro di circa 1,5 x 1,5 metri profondo circa 3 metri, sulla sommità della testa,
                  ne dedusse che molto probabilmente un tempo aveva ospitato una decorazione del
                  copricapo, e gettò nuovi indizi per l'ipotesi di passaggi nascosti all'interno del monu-
                  mento. Questo particolare viene spesso trascurato dagli egittologi e riportato solo in
                  qualche documentario ma poco approfondito, il buco sulla testa della Sfinge. Una delle
                  immagini mostra la Grande Sfinge di Giza fotografata da una mongolfiera nel 19° se-
                  colo. Sulla testa si può osservare una cavità circolare quasi perfetta al centro. Nel 1740
                  Charles Thompson scrisse: “Non siamo riusciti a raggiungere la cima della testa, ma
                  coloro che l'hanno fatto hanno parlato di un buco circolare lassù dove una persona si
                  potrebbe calare tranquillamente”. A suo tempo Baraize fece chiudere il buco installan-
                  do una botola di ferro. In una ripresa aerea effettuata di recente si vede chiaramente
                  come questa cavità nella testa del monumento sia stata ricoperta da una delle tante “ri-
                  strutturazioni” moderne. Come si può vedere nella foto scattata il 15 dicembre 1925,
                  che mostra il restauro di E. Baraize. la prospettiva è interessante perché l'archeologo
                  impegnato nello scavo sta lavorando all'interno del buco. Riassumendo si contano sei
                  passaggi nel corpo della Sfinge: uno si trova sul retro della statua, un altro vicino alla
                  coscia del leone a livello del suolo, il terzo si trova vicino al centro ed è stato rivestito
                  in mattoni durante i "lavori di restauro", il quarto si trova proprio sotto l'orecchio, il
                  quinto è quello sulla testa che è stato chiuso, il sesto si trova tra le zampe della Sfinge.

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                  (Fonti e bibliografia:
                  Margaret Bunson, “Enciclopedia dell'antico Egitto”, Melita edizioni, 1995
                  Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
                  Paul Jordan, “Gli enigmi della Sfinge”, Roma, Newton Compton Editori, 2006
                  Maurizio Damiano-Appia, “I tesori del Nilo”, Giunti Multimedia, 1997
                  Sabina Marineo, “Prima di Cheope”, Nexus Edizioni, 2013
                  Robert Bauval, “Secret Chamber: The Quest for the Hall of Records”. Arrow; New
                  Ed, 2000
                  H. Spencer Lewis, "Symbolic Prophecy of the Great Pyramid”, The Rosicrucian Press,
                  1936
                  Christiane Zivie-Coche, “Sphinx, le père la terreur”, Agnes Viénot Editions, 1997



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