Page 104 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2021
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IL POzzO DEI DEsIDERI




                  LA PAROLA RUBATA



                  "Ci sarà sempre qualcuno che proverà a rubarci la nostra essenza...
                  Alcuni diventeranno belve
                  Altri diventeranno vittime
                  Taluni scrittori, tal altri pittori. Ci sarà qualcuno che crederà nel bene a ogni costo e
                  verrà sempre screditato e chi gestirà la vita come una partita di poker.


                  E poi? Poi ci saranno i fantasmi che passano la vita in penombra fino a isolarsi com-
                  pletamente da essa... la delusione nasce come conferma di un crederla inevitabile.
                  Siamo creature in fondo semplici, ove sempre gli stessi meccanismi di difesa si at-
                  tivano.
                  Così la violenza viene proclamata diritto e il diritto diviene impotenza. Per molti
                  esiste la sopravvivenza, l'esser felici con un raggio di sole. O con un raggio di buio.
                  Si perché ad esempio io preferisco le tenebre, ove nessuna luce è falsa e non esiste
                  altro che la lotta alla vita.
                  Molte volte mi sono chiesta cosa ci spinge a pensare di avere una seppur minima
                  verità? La gente si uccide per una dose di chimico piacere, vende la propria identità
                  per un riflesso di popolarità.
                  Ti addita come quella che non sa vivere, perché non attacchi ma aspetti. In una spe-
                  ranza che solo la decomposizione può spiegare, per cui nessuno la guarda.
                  In quella assenza di giustizia ove non si trova altro che il proprio veleno e le proprie
                  responsabilità.
                  Ecco l'unico specchio ove vale la pena riflettersi…
                  Cosa lascio io?
                  In realtà nulla, per alcuni molto, siamo alla fine parole che la storia dimentica per
                  dar lustro a un altro dire. Siamo costituiti dalle nostre ferite, dai nostri fallimenti, dai
                  nostri innumerevoli debiti interni...
                  Sto ridendo, siamo aria senza ossigeno ecco perché non siamo felici.
                  Nel calice che mi contiene nulla è pulito, neanche il mio occhio che osserva e le mie
                  labbra sono sentenze senza uscita. Ecco cosa sono un grappolo anomalo di luce
                  senza uscita...
                  Eppure, ho provato a dar senso a questo sentire che mi brucia dentro ma mi arren-
                  do al non senso della fragile grandiosa inutilità del perseguire ironico del sentire.
                  Morirai a causa della tua sensibilità....
                  Ora rido senza gioia, non è essa che mi ha ucciso, sono io stessa che la nego per
                  sopravvivere in un mondo che non ha altra sete se non il possedere.
                  Parto svantaggiata, io che posseggo solo teneri abbracci e accoglienza che squarcia
                  il velo inconsistente della mia pelle...
                  Non sono triste la consapevolezza difficilmente lo è, essa è fotogramma fermo di
                  noi stessi.


                  E intanto guardo la natura che in primavera svela la morte del seme che l'inverno ha
                  custodito con sapienza. E noi stolti plaudiamo alla rinascita che custodisce infinite
                  morti.


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               periodico mensile del gruppo NOIQUI
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