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MASOCHISMO: IL PIACERE NEL MALE
Il masochismo è quella particolare forma di perversione per cui la ricerca del piacere si realiz-
za col dolore subito, a livello psicologico o fisico. Sebbene in alcune situazioni molte persone
a volte provano masochismo psicologico senza che ne subiscano danni o che se ne rendano
conto, vi sono individui in cui, questo funzionamento perverso, invade tutte le sfere di vita
con una condotta autolesionistica seria. Assai noto è il masochismo sessuale, molto sfruttato
dalla pornografia, in cui il dolore fisico e la mortificazione psichica determinano o accrescono
l’eccitamento. Dal punto di vista patogenetico il comportamento masochistico dell’adulto è la
conseguenza di traumi subiti nei primi anni di vita. L’azione dell’altro, temuta nell’età infantile
con percosse ed umiliazioni, viene ora cercata nella vita adulta come un modo per non essere
sorpreso dal trauma, viene cioè anticipata come qualcosa di piacevole perché controllabile e
decisa dal soggetto. Meno percepito e assai più sottile e diffuso è il masochismo morale in
cui la persona tenta di ridurre il proprio senso di colpa inconscio con l’auto danneggiamento
oppure creando le condizioni per cui gli altri lo puniscano. Si tratta di condotte messe in atto
dal soggetto finalizzate alla ricerca di un senso di piacere. Tale tipo di masochismo è presente
talvolta nei rapporti sociali e lavorativi, soprattutto in quelli organizzati in modo gerarchi-
co. Esso, inoltre, assume una particolare configurazione in talune pratiche religiose volte a
purificare l’anima del peccatore con penitenze e sofferenze anche fisiche, come ad esempio
l’applicazione del cilicio ancora oggi effettuata da taluni religiosi. Tuttavia, non è questo lo
spazio per una seria ed articolata riflessione sul senso del dolore nel cristianesimo, a cui mi
riprometto di dedicare un altro articolo. In alcuni casi di masochismo narcisistico il soggetta
accetta la morale del sacrificio che diventa la morale dell’autoesaltazione volta a soddisfare il
proprio desiderio di superiorità. La sofferenza viene intesa come una prova di resistenza e di
eroismo. Per Freud il masochismo rientra nel quadro di una personalità perversa associata al
sadismo di cui rappresenta la polarità opposta che può coesistere nello stesso individuo con
comportamenti ambivalenti e alternanti, per cui si parla di sadomasochismo. Tuttavia, questo
concetto che unifica in una comune radice patogenetica queste due forme di perversione, è
stata messa in discussione da Gilles Deleuze che ha dimostrato come il masochismo non si
configuri come la polarità opposta, passiva, del sadismo che ne è il comportamento attivo.
Per Deleuze queste due perversioni, pur riferendosi entrambe alla gestione del dolore come
piacere, hanno logiche diverse. Infatti, dagli scritti di Leopold von Sacher-Masoch emerge
l’idea di una personalità che si costituisce non a partire dal modello paterno, come comu-
nemente ritenuto, ma da un modello femminile di donna fredda e crudele che, attraverso le
punizioni corporali, umilia il lato paterno fino ad espellere completamente la figura del padre.
Vi è pertanto l’idealizzazione della figura femminile. Quindi, il comportamento masochistico
viene del tutto enucleato dal rapporto duale col sadismo ed acquista una sua autonomia. Cioè,
avviene non solo all’interno della singola personalità, ma anche nel rapporto col partner che
deve essere un non sadico e provare quindi angoscia anziché piacere. Questa logica relaziona-
le è poco intuitiva, infatti sarebbe di più facile comprensione l’idea dell’incontro di una pola-
rità passiva con una attiva. Deleuze spiega la differenza psicopatologica dei due atteggiamenti
col fatto che il masochista va a cercare una donna, o comunque un partner che è d’accordo,
meglio se con cui c’è già una relazione, mentre il sadico, come dice De Sade, trova piacere
nell’infliggere dolore in chi non è consenziente. Il masochista va a cercare qualcosa che non è
esplicito e sotto lo sguardo dell’altro si mostra come oggetto di scarto. Nella scenografia del
rapporto, per lui, è molto importante lo sguardo e la voce dell’altro che, invece, sono aspetti
poco rilevanti per il sadico. Il masochista, quando pone in atto uno scenario perverso, non ha
voce in capitolo, si sottomette e basta. Da tutto ciò deriva che le due personalità non essendo
contrapposte, non possono incontrarsi in modo unitario e armonico.
(Bruno Brundisini)
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